Cultura

Salome Jicia, Semiramide al Rof 2019

Diretta da Mariotti. Il 12 agosto canta in Torvaldo e Dorliska

Redazione Ansa

PESARO - "Saro' Semiramide al Rossini Opera Festival nel 2019, con la direzione di Michele Mariotti, un direttore bravissimo, che stimo molto, sono molto fortunata, lui e' un vero innamorato di Rossini". Ad annunciarlo Salome Jicia ("si pronuncia Gichia"), soprano georgiano affermatasi l'anno scorso, sempre a Pesaro, nel ruolo di Elena in una complessa rilettura di La donna del Lago e che torna domani sera in Torvaldo e Dorliska, terza opera nel cartellone 2017 del Rossini Opera Festival, nella ripresa dell'allestimento firmato da Mario Martone.

In molti l'avevano notata all'epoca: aveva anche cantato nel concerto celebrativo di Juan Diego Florez. Un anno dopo ha ormai definitivamente acquisito nel suo repertorio ruoli importanti, adatti alla sua voce, come Semiramide e Traviata. Oppure quello "difficilissimo di Dorliska - dice - che e' un soprano, ma con molte note in basso". Difficilissimo e anche un po' ingrato perche' Torvaldo e Dorliska, uno dei titoli riscoperti dal festival pesarese, e' di rara esecuzione. Ma per Rossini si fa questo e altro: "Mi ha dato l'opportunita' di lavorare per qualche giorno con Martone (impegnato nei sopralluoghi per il suo prossimo film, ndr) e con la regista che ha rimontato lo spettacolo, bravissima". E comunque e' un ruolo "intrigante": lei e' sposata a Torvaldo, ma desiderata e insidiata dal Duca di Ordow e, secondo la cantante, ha con quest'ultimo un rapporto "oscuro e intenso, una grande attrazione come si capisce dalla musica. Sono convinta che tra quei due ci sia stato qualcosa...". Un po' come succede "tra Semiramide e Assur". Jichia ha debuttato nell'impervio ruolo della regina babilonese a Mosca e poi a Nancy. Poi c'e' stata Traviata a Jesi (Ancona): "Il ruolo piu' difficile, non basta una voce sola, ce ne vogliono tre".

Senza contare la sfida della scena della lettera, declamata e non cantata: "Durissima per una straniera e poi richiede una tecnica da attrice e non da cantante". Insomma, una grande fatica, tanto che poi "ho cantato donna Anna in Don Giovanni", ruolo di svettante belcantismo, "e mi sembrava di riposare!". Diplomata al conservatorio di Tblisi e sposata con un attore georgiano, Jicia ha trovato la fortuna in Italia, prima con i corsi di Renata Scotto, che le consiglio' di cantare Rossini, poi con l'Accademia Rossiniana, diretta da Alberto Zedda, morto qualche mese fa. "A lui debbo molto", dice commossa.

Quanto ai programmi per il futuro, "sogno la Butterfly di Puccini. Ma gia' so che non se parla per almeno dieci anni, la mia voce non e' ancora pronta". Un sogno impossibile? "Chissa', forse Carmen, anche se ho cantato l'Habanera in concerto a Dubai e Seul".

Leggi l'articolo completo su ANSA.it