Cultura

Lucio Dalla in mostra al Vittoriano

Primo omaggio a poeta di Futura. Ron, era persona importante

Redazione Ansa

C’è il "ragazzo" con il basco di lana azzurro e gli occhialini scuri. Quello in giro per la "sua" Bologna o sorpreso al bar, giacca di pelle gialla e cappello a grandi falde. L'entusiasta, con le bacchette ancora in mano in un backstage, e poi quello più maturo, anche elegante, degli ultimi anni. L'ironico che si "misura" l'altezza con i giocatori di basket. E poi semplicemente lui, tra le onde del mare, con il clarinetto in mano. E' il ritratto intimo, a volte inatteso, di "Lucio Dalla, immagini e suoni", prima mostra mai dedicata al poeta di Caruso, L'anno che verrà, Futura, che fino al 2 ottobre, a ingresso gratuito, porta al museo del Vittoriano una galleria di scatti di altrettanti maestri della fotografia, insieme alle note dei più grandi successi del cantautore bolognese.

Un ideale viaggio tra pubblico e privato, curato da Ernesto Assante, a raccontare gli ultimi suoi trent'anni di vita e successi, dal "Banana Republic" del 1979, lo storico tour con Francesco De Gregori che riempi' gli stadi di tutta Italia, fino alla morte, la mattina del primo marzo 2012 in un albergo di Montreux, stroncato da un infarto.

"Forse potrebbe sembrare strana una mostra su Dalla qui al Vittoriano - commenta la direttrice del Polo Museale del Lazio, Edith Gabrielli - Invece si inserisce in un filone dedicato alla storia dei grandi del passato. Quando pensiamo a Dalla, pensiamo all'autentica poesia. E vogliamo anche che il Vittoriano, monumento cosi' sbeffeggiato per anni, torni a parlare agli italiani, perché è una grande opera d'arte". E allora, uno dopo l'altro ecco il Dalla giovanissimo e scatenato, quello un po' sornione d'estate con gli amici, quello immerso in chissà quali versi, tra gli scatti di Giovanni Canitano e Guido Harari, Fabio Lovino, Carlo Massarini, Fausto Ristori e Luciano Viti. Alle foto dei concerti, che sarebbero "silenziose" e ferme, Assante ha preferito quelle che ritraggono l’artista in una dimensione più privata, ironica, anche spirituale, accompagnate da una colonna sonora ad hoc con alcuni suoi grandi successi e la proiezione di "Senza Lucio", film documentario di Mario Sesti, con le parole dei suoi amici più stretti, da Marco Alemanno a Renzo Arbore, Charles Aznavour, Paolo Nutini, John Turturro, e le immagini della natura verso cui Dalla correva in cerca di ispirazione: il mare delle Tremiti, Sorrento, la Puglia e l'Etna.

"La storia di Dalla - spiega Assante - è un pezzo della nostra cultura e identità. Siamo quello che siamo anche grazie alle sue canzoni, che hanno saputo guardare 'dentro' gli italiani e poi raccontarne le storie". Tra i primi a visitare la mostra, Eleonora Giorgi, che in Borotalco interpretava una sua scatenata fan; Stefano Di Battista; Renzo Zenobi; Pierdavide Carone, il giovane talento di Amici con cui duettó a Sanremo; e Ron tra i suoi più grandi amici e collaboratori, sin da quando, ragazzino, fu scelto per cantare 'Occhi di ragazza'.

"Lucio - racconta - era quello che la gente ha visto per tanti anni, perché riusciva a comunicarsi. Era uno che per strada chiacchierava con un senzatetto e la sera andava a cena con Agnelli. Cosa manca di lui? Era un artista pazzesco, ma è proprio lui che manca, perché era una persona importante. Non perché fosse famoso, ma perché era grande dentro".

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