Cultura

Utveggi per stupire, da Palermo al Giappone

Album e tour a partire da Tokyo per il gruppo siciliano

Redazione Ansa

  La musica degli Utveggi ha una ricetta composta dagli ingredienti musicali più vari ("la nostra musica nasce con l'obiettivo di stupire e sparigliare", dicono loro) per un genere non etichettabile secondo le categorie classiche. Il repertorio dei cinque è fatto da brani inediti ma anche da rielaborazioni di classici ai quali gli Utveggi hanno dato un taglio decisamente ironico. I testi sono in italiano, eccezion fatta per alcuni brani in giapponese. Proprio il Giappone sarà anche il protagonista di un tour promozionale che la band sta organizzando per il prossimo autunno e con partenza da Tokyo.
    È uscito lo scorso mese di gennaio 'UTVEGGI', album dell'omonima band palermitana nelle cui la militano Valerio Mirone (voce), Simone Giuffrida (chitarre, voci), Bruno Pitruzzella (chitarre, voci), Luca La Russa (basso, voci) e Giuseppe Montalbano (batteria, voci). Il disco è stato anticipato dal videoclip del brano 'Tò', con la regia di Antonio Cusimano.
    Il disco ha una scaletta di tredici brani in totale, dei quali due strumentali ('#1' e '#2') e uno a cappella ('Millepiedi'), raccontati così dalla band: "Le chitarre vibranti de 'Il Trucco', il ritmo recitativo e marziale di 'Potosì', l'atmosfera danzante di 'Vampe e coltelli', definiscono il tessuto rock dell'album, mentre venature progressive ('Mangiacarta'), classicheggianti e al contempo hard rock ('Ostinato'), incontrano riff scanzonati ('Postumi') e un omaggio agli Skiantos ('Le Sbarbine'). I testi sono ora meditativi, ora ironici, prendono spunto dalla natura e da ricostruzioni storiche fantasiose, così come sospesi tra storia e immaginazione sono i personaggi". E i personaggi raccontati dai siciliani sono anche un aspirante saggio, un millepiedi, un viandante che si muove tra paesaggi e stagioni, un filibustiere in attesa di giudizio, un portalettere innamorato e qualche altro. Particolare è l'uso della lingua giapponese interpretata sotto forma di haiku per 'Hakama', in accostamento surreale all'italiano ('Pulizie a Tokyo') oppure nella conta di mele verdi e rosse in 'To', il primo singolo dell'album. Alla fine del disco, si nasconde anche la traccia fantasma '#3'.(ANSA).
   

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