Cultura

A Pappano la laurea honoris causa

Il riconoscimento conferito all'Università di Tor Vergata

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 24 MAR - "Per paura", dice Antonio Pappano, "perché non sono accademico nel senso della parola, ma un pratico, un musicista che lavora con la sua materia", invece di una lezione magistrale tiene una sorta di masterclass pubblica su 'Vocalità e espressività nel canto italiano' con l'aiuto di una pianista e due cantanti, "per guadagnarsi" come sottolinea lui stesso, "questo onore che mi fate", ovvero la Laurea Honoris Causa in Musica e Spettacolo conferita  al maestro dalla facoltà di Lettere dell'Università di Tor Vergata a Roma.

Spiritoso sempre, leggero, mai supponente, incisivo nelle notazioni il direttore musicale dell'Orchestra dell'Accademia di Santa Cecilia e della Royal Opera House e una delle bacchette più apprezzate a livello internazionale, di famiglia italiana, è nato in Inghilterra nel 1959 e ha studiato in America. Ai due cantanti, Paolo Fanale e Larissa Alice Wissell, ricorda che devono essere attori e non solo cantanti, li invita a usare lo sguardo o le spalle per dare forza espressiva a un testo e una musica, a uno stupore o una sorpresa, a essere più collegati e in dialogo con la musica (l'orchestra), a non dimenticare l'importanza delle parole e la chiarezza della loro pronuncia, spiega cosa sia un 'legato' e come eseguire un 'abbellimento'.

In toga nera e stocco, lavora, accompagnato dal pianista Marco Forgione, su 'Una furtiva lacrima' e chiede scusa a Donizetti "perché abbiamo poco tempo e andremo di fretta", su 'Che gelida manina' dalla Boheme e 'So anch'io la virtù magica' dal Don Pasquale: "Qui c'è peperoncino" indica, "detesto la parola passione: attenti rischia di voler dire O sole mio"; "inutile prendere un respiro di mezz'ora se poi ti serve per pochi secondi, il respiro va ritmato con la musica" ricorda e quindi aggiunge: "Ci sono cantanti che cominciano a respirare sin dal parcheggio e poi non hanno il fiato giusto".

Quindi, riprendendo un certo passaggio, sorprende dicendo "anche mio papà faceva questo errore", dopo aver ricordato all'inizio di essere nato come pianista e accompagnatore di cantanti, come suo padre, "che era maestro di canto e da cui ho preso la passione per la musica italiana e appreso cosa voglia davvero dire essere un cantante, cosa sia il belcanto, la lirica pucciniana, la scrittura verdiana". E la laudatio per la Laurea, tenuta dal professore di musicologia Giorgio Sanguinetti, ricorda, oltre al suo impegno nel promuovere la conoscenza musicale col pubblico, come non si possa non essere grati a Pappano per la difesa della tradizione musicale italiana sia nella musica sinfonica che in quella operistica, lavorando con l'Orchestra di Santa Cecilia sino a renderla una tra le dieci grandi del mondo, sempre valorizzandone la peculiare tradizione e dandole un suono caldo, sontuoso, sensuale che la rende immediatamente riconoscibile. Alla fine, dopo il 'placet''di tutti i docenti in toga, il rettore di Tor Vergata Giuseppe Novelli col suo scialle d'ermellino ha consegnato la pergamena-attestato di Laurea a Pappano, sottolineando come quella di oggi fosse stata "una giornata straordinaria di quel protagonismo dell'università di cui c'è tanto bisogno a Roma e in Italia". In chiusura omaggio di quattro componenti dell'Orchestra di Santa Cecilia (Alberto Mina, Paolo Piomboni, Francesco Storino e Stefano Trevisan) che hanno eseguito un Divertimento per archi di Mozart. (ANSA).   

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