Cultura

Tricky rinasce con il suo nome

'Adrian Thaws' fra radici e futuro, 'ora sono me stesso'

Redazione Ansa

"Mi sento come se fossi rinato!". Sono queste le parole con cui Tricky ha descritto all'ANSA il suo ultimo disco, 'Adrian Thaws', uscito l'8 settembre per l'etichetta False Idols di proprietà del musicista e producer inglese. Proprio l'indipendenza discografica - sancita dall'omonimo ultimo album del 2013 'False Idols' - ha motivato la scelta di Tricky di intitolare il suo undicesimo disco con il suo nome di battesimo: "è come se si fosse chiuso un cerchio che era cominciato con 'Maxinquaye' - dice Tricky riferendosi al suo primo disco intitolato con il nome della madre, morta suicida quando Adrian aveva quattro anni - nel 1995 ero come appena nato, ora posso essere completamente me stesso".

Ma quella di 'Adrian Thaws' per Tricky è una rinascita che non comporta l'abbandono di certi temi e certi suoni, quelli del trip hop che grazie a lui e ai Massive Attack sono usciti dai club di Bristol per trovare fama mondiale: "la libertà artistica è stata la mia principale ispirazione per questo disco, non mi sono interessato alla ricerca di un singolo radiofonico ma alla scrittura di un'unità artistica". Un'unità fatta però di diverse identità musicali, a partire dalla formazione del giovane Adrian con il reggae di 'Silly Games' (reinterpretazione di un'omonima hit inglese del 1979) o il punk di 'Why Don't You' (a metà strada fra gli Undertones di 'Teenage Kicks' e gli Apollo 440 di 'Stop the Rock'). Ma fra campionamenti e ispirazioni non manca tutto lo spettro musicale del trip hop, dall'hip hop ('Lonnie Listen') al funky ('Gangster Chronicle', dove è evidente un sample della Mahavishnu Orchestra), dal blues ('Keep Me in Your Shake') al jazz ('I Had a Dream'), dall'electro-pop ('Something in the Way', 'Right Here') fino alla house ('Nicotine Love', primo singolo già in rotazione dall'estate).

A dettare la linea melodica sui suoni crepuscolari del disco e sulla voce profonda di Tricky, sospesa sempre tra parlato e cantato, è un parterre di voci femminili che conta Tirzah, Nneka, la rapper transgender Mykki Blanco e l'italoirlandese Francesca Belmonte: "scrivo quasi sempre immedesimandomi in una donna - spiega l'artista - è qualcosa che mi spiego come un'eredità postuma di mia madre e me la porto dietro fin dal primo singolo 'Aftermath'". Il passato insomma non abbandona Tricky, ma l'artista non ha intenzione di riviverlo: "non ci sarà nessuna celebrazione per il ventennale di 'Maxinquaye' nel 2015 - spiega l'artista - quello è il passato e ora guardo avanti".

Un passato inedito è invece quello del prossimo progetto discografico, che Tricky racconta all'ANSA: "sto recuperando il materiale dei miei anni a New York fra '95 e '99 e lo pubblicherò nei prossimi anni - annuncia l'artista - si tratta di canzoni mie e di altri artisti". Potrebbe trattarsi di un ideale seguito di 'Nearly God', disco del 1996 in cui Tricky collaborò fra gli altri con Neneh Cherry e Bjork, ma l'artista inglese non conferma né smentisce: il lavoro di Tricky sul suo archivio è visualizzabile sul diario online tricky-adrianthaws.tumblr.com. Il futuro immediato di Tricky è invece 'on the road', con un tour europeo che lo porterà prossimamente in Russia e che fra gennaio e febbraio - preannuncia l'artista - dovrebbe arrivare anche in Italia.

Leggi l'articolo completo su ANSA.it