Cultura

Slow Fiber, rete italiana che punta a rivoluzionare il tessile

Da 16 aziende esempio di cambiamento green

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 09 MAG - Nell'ottica di una moda più green, etica e sostenibile, arriva Slow Fiber, una rete nata dall'incontro tra Slow Food Italia e sedici aziende virtuose del tessile arredamento che aderiscono a requisiti verdi - Oscalito, l'Opificio, Quagliotti, Remmert, Pettinatura Di Verrone, Tintoria 2000, Angelo Vasino Spa, Olcese Ferrari, Tintoria Felli, Manifattura Tessile Di Nole, Holding Moda, Lane Cardate, Italfil, Pattern, Maglificio Maggia, Vitale Barberis Canonico - esempio di cambiamento positivo nel passaggio a un processo produttivo volto alla creazione di prodotti belli, sani, puliti, giusti e durevoli, perché rispettosi della dignità della persona e della Natura. Si tratta di aziende intergenerazionali che vantano una storia importante nel settore della produzione vestiaria e dell'arredamento, che a oggi impiegano più di 1000 persone e raggiungono un fatturato complessivo di oltre 500 milioni di euro. Slow Fiber punta all'obiettivo di recuperare la consapevolezza di come vengono fatti i prodotti del tessile, dell' abbigliamento, operando affinché avvenga un cambiamento verso la sostenibilità dell'ambiente e delle persone. La sua vuole essere la risposta al fast fashion e vuole rappresentare un cambiamento positivo grazie alla creazione di prodotti belli, buoni, sani, giusti, puliti e durevoli. In quest'ottica, il proposito di Slow Fiber è anche quello di ampliare il network, coinvolgendo e invitando aziende italiane e internazionali a unirsi alla rete per ampliare la portata dell'impatto di questo cambiamento. Figlia dell'associazione Slow Food, che da anni è impegnata a promuovere un cibo buono, pulito e giusto per tutti, Slow Fiber propone lo stesso percorso e gli stessi valori nell'ambito del vestire e dell'arredamento. Spiega Dario Casalini fondatore di Slow Fiber: "Negli ultimi decenni il modello del fast fashion ha imposto una coincidenza tra nuovo e bello. Capi che vengono prodotti in grandi quantità e bassa qualità e creano rifiuti.
    L'idea è invece quella di recuperare un concetto di bellezza che abbia anche dei valori etici perché essere sostenibili significa avere un atteggiamento intellettualmente onesto e quindi prendere in considerazione tutto il sistema". (ANSA).
   

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