Cultura

Opening Sanremo, note e moda per i 70 anni del Festival

Mostra e sfilata dal Casinò presenta Chiara Giallonardo

Redazione Ansa

   L'abito bianco sartoriale modello new look indossato da Nilla Pizzi nel 1951 quando vinse il primo Festival di Sanremo con "Grazie dei fior" divenne subito imitatissimo. Lo stesso avvenne per il long dress nero realizzato dalla sartoria di Raffaella Curiel nel '69 per Iva Zanicchi, vincitrice del festival con Zingara. Per non parlare dei capi-scandalo, come quello con spacco abissale di Fausto Puglisi per Belen Rodriguez nel 2012, che mostrò così al pubblico la sua farfallina tatuata sull'inguine. Oppure dell'abito firmato Fernanda Gattinoni per Julia de Palma che turbò il pubblico con Tua, canzone giudicata troppo sexy per l'epoca. Poi l'abito bianco della Sartoria Gulp per Marcella Bella con le sue Montagne verdi, o quello indossato da Mina quando vinse con Le Mille Bolle Blu (collezione Prail de Rado). Sono capi storici, indimenticabili, legati per sempre alle canzoni dell'epoca e alle loro interpreti, e saranno anche loro, non solo i brani, a raccontare 70 anni di storia del Festival della canzone italiana, attraverso la moda e i look passati sul palco del Teatro Ariston in sette decenni, nell'Opening Sanremo 2020, che alla vigilia del Festival della canzone italiana, lunedì 3 febbraio, celebrerà i 70 anni della gara canora, primo appuntamento del progetto Tra palco e città. Il fashion show di 12 capi, sviluppato da Rai Pubblicità, in collaborazione con Rai Teche (per i filmati), sarà presentato da Chiara Giallonardo dal Casinò di Sanremo e andrà in onda nel corso del festival il 4 febbraio. "Che emozione essere qui" rivela in anteprima Chiara Giallonardo al telefono con l'ANSA. "L'Opening sanremo 2020 è una novità assoluta che celebra 69 anni del Festival attraverso gli abiti iconici, le canzoni più belle e le testimonianze dei protagonisti". Per la moda si ricorda la collaborazione dello Studio Marver che dal 1995 porta le grandi griffe sul palco dell'Ariston. Grande apporto dalla maison Gattinoni che esporrà per l'occasione cinque creazioni appartenenti all'archivio storico Fernanda e Raniero Gattinoni, dichiarato nel 2008 dal ministero per le Attività Culturali, patrimonio storico nazionale. Gli abiti sono quello in duchesse blu con ricami sul decolleté realizzato da Fernanda Gattinoni nel '53 per la cantante Flo Sandon's; un long dress con coda in paillette nere e castoni in cristallo, disegnato da Raniero Gattinoni nel 1992 per Alba Parietti nelle vesti di co-presentatrice; un abito in cady rosso bordeaux con cintura in vita e fiocchi fatto da Fernanda Gattinoni nel '95 per Maria Teresa Ruta; un tubino in paillette oro e ricami di cristallo realizzato da Fernanda Gattinoni nel '67 per la presentatrice Renata Mauro; infine un abito lungo in cady lurex di colore rosso, firmato Fernanda Gattinoni nel '73 per la cantante Lara Saint Paul. Tra "i pezzi forti", la creazione che Gianluca Saitto ha firmato per Patty Pravo, indossato dalla cantante nel Sanremo 2016. Un lungo e scenografico vestito di velluto di seta nero con coda, pensato per sublimare lo stile teatrale della cantante, impreziosito da una costruzione speciale realizzata con tulle color carne per rendere le maniche lunghe quasi sospese e per far sembrare il ramage del ricamo sulla seta simile a un tatuaggio. In mostra c'è lo smoking in shantung di seta bianco e collo a scialle nero ricamato firmato da Carlo Pignatelli e indossato da Achille Lauro lo scorso anno a Sanremo. Ma ci sono tanti altri capi 'storici' delle più grandi griffe italiane: Giorgio Armani Privé (Michelle Hunziker), Alberta Ferretti (Rocio Munoz Morales), Francesco Scognamiglio (Giorgia ed Emma), Antonio Grimaldi (Fiorella Mannoia), Pucci (Elisabetta Canalis), Dolce & Gabbana (Simona Ventura), Giorgio Armani (Ines Sastre), Nicola Trussardi (Orietta Berti), Moschino-Jeremy Scott (Hunziker), Gianfranco Ferrè (Andrea Osvart/Bianca Guaccero), Philosophy (Virginia Raffaele), Etro (Bisio), Ferragamo (Carlo Conti), Giorgio Armani (Panariello), Piattelli (Pippo Baudo).

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