Cultura

Gucci a Report,3 laboratori non è realtà

Azienda ribadisce correttezza operato e impegno su ispezioni. Gabanelli: ci ringrazi

Redazione Ansa

 Gucci si dissocia dal servizio mandato in onda ieri da Report. ''Telecamere nascoste o utilizzate in maniera inappropriata, solo in aziende selezionate ad arte da Report (3 laboratori su 576), non sono - si legge in una nota della maison - testimonianza della realtà Gucci'', che ''ribadisce fortemente la correttezza del proprio operato impegnandosi a rendere sempre più efficaci le azioni conseguenti alle ispezioni, che saranno sempre più numerose''.

La maison italiana del gruppo francese Kering si è quindi subito dissociata, il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi si è infuriato su twitter, mentre la Fiom ha fatto sapere che il servizio non è un fulmine a ciel sereno e il popolo della rete si è diviso tra forcaioli e garantisti: ha suscitato reazioni forti l'inchiesta 'Va di lusso' sui fornitori del marchio Gucci firmata da Sabina Giannini per 'Report' e andata in onda ieri sera su Rai 3.

"Accordarsi a insaputa di Gucci con laboratori che utilizzano manodopera cinese a basso costo e non in regola - sabotando i sistemi di controllo in essere - è una truffa dalla quale Gucci si dissocia e che perseguirà in tutte le sedi". ''Gucci ribadisce fortemente la correttezza del proprio operato impegnandosi a rendere sempre più efficaci le azioni conseguenti alle ispezioni, che saranno sempre più numerose'' conclude una nota in cui si precisa che ''la signora Gabanelli non ha mai posto a Gucci alcuna domanda pertinente su quanto da cinque mesi stava girando''.

Dal canto suo Milena Gabanelli questa mattina è intervenuta per dire che "Più che dissociarsi Gucci dovrebbe ringraziarci, per aver documentato e denunciato quello che avrebbero dovuto fare i loro ispettori". Per la Gabanelli, ''Report non ha affatto 'sabotato' ma 'osservato' il metodo delle ispezioni 'farsa'. Noi abbiamo fatto solo il nostro mestiere. La truffa semmai è ai danni degli artigiani, del Made in Italy, della legalità e dei clienti".

L'inchiesta di Report ha scatenato la reazione immediata del presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi: "E' uno scandalo che si dica 'Toscana zona franca'" ha scritto in una serie di tweet. E' uno slogan "falso per alzare l'audience", ha affermato Rossi, che "non rende giustizia al lavoro di imprese, sindacati e istituzioni per la legalità". "Insieme alle imprese serie combattiamo il lavoro nero", ha continuato Rossi, la Toscana è "in prima linea contro la contraffazione": "74 giovani ispettori per la sicurezza ogni giorno controllano le aziende cinesi" e "Gucci ha un accordo con sindacati e istituzioni per controllo della filiera". "Report non sa di cosa parla - ha scritto ancora - La Regione Toscana controlla a Prato 10 aziende cinesi al giorno" e "Gucci è un'azienda seria".

Dissente il segretario della Fiom Cgil di Firenze Daniele Calosi: "La puntata di Report non è un fulmine a ciel sereno. tutta la filiera - dice - potrebbe essere coinvolta, compresi gli accessori metallici". A Rossi ha risposto, sempre su twitter, anche Sabrina Giannini: "davvero sta dalla parte di Gucci (profitti: 1 miliardo)? Parli con artigiani pagati il minimo. Già scordato il rogo di Prato?".

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