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Pino Pace, in viaggio con i samurai degli haiku

A Più Libri con 'Come un germoglio di bambù'

Redazione Ansa

CHIARA LORENZONI, PINO PACE, COME UN GERMOGLIO DI BAMBÙ (MARCOS Y MARCOS, PP 62, EURO 12)

L'incontro di una bambina che vive in una casa sperduta in mezzo alla campagna, con la poesia. Ma una poesia un po' speciale, fatta semplicemente di tre versi e 17 sillabe, l'haiku. La raccontano gli scrittori Chiara Lorenzoni e Pino Pace nel libro per ragazzi 'Come un germoglio di bambù' pubblicato da Marcos y Marcos. Il libro, un piccolo ma prezioso volumetto con i disegni di Alice Barberini, è un viaggio alla scoperta di questo genere letterario inventato da Basho , il samurai degli haiku.
    "Basho è un personaggio esistito veramente, però questa è una storia di fantasia basata sulla sua biografia. Girava tantissimo, insegnava gli haiku alle persone. Abbiamo preso un episodio immaginario in cui incontra questa bambina un po' dei giorni nostri che ha il desiderio di diventare una samurai e ce ne sono state donne samurai, anche se poche, nella storia giapponese. In qualche maniera l'incontro con questo poeta e il suo assistente fanno cambiare prospettiva a questa bambina" spiega all'ANSA Pino Pace a Più Libri più Liberi, la fiera della piccola e media editoria che si concluderà il 10 dicembre alla Nuvola dell'Eur a Roma.
    Perchè l'haiku? "Funziona bene con i bambini perchè è un meccanismo molto semplice, è una sorta di piccola macchina per costruire poesie che ai bambini piace molto. Devi contare le sillabe con la mano: 5-7-5 e quindi pensi a contare non a essere poetico o altro. I bambini capiscono questa sorta di gioco e si mettono subito a scrivere" aggiunge Pace, autore prolifico che con Lorenzoni ha scritto tre libri e conduce laboratori di scrittura e lettura presso biblioteche, scuole e festival.
    In 'Come un germoglio di bambù' andiamo alle origini dell'haiku.
    "Basho prende una poesia più lunga e ne toglie un pezzetto, leva un po' di accademia e fa versi a portata di tutti, una poesia semplice e divertente, un pochino più leggera. Questa è una storia che ti porta nel mondo degli haiku nel momento in cui nascono, nel Giappone del 1.600, quando c'erano questi poeti viandanti, monaci, che si mettevano sulla strada per andare a raccontare e scoprire le cose. Giravano con l'essenziale, non avevamo praticamente nulla. Basho lascia la sua casa dopo che ha preso fuoco e in un haiku dice, più o meno, 'è bruciato il tetto della casa e adesso posso vedere meglio la luna'".
    C'è una corrispondenza tra l'essenzialità degli haiku e il modo di vivere: ' fare con poco è anche una maniera molto giapponese che noi occidentali conosciamo meno e in qualche modo ci manca" dice Pace.
    "È importante che i bambini incontrino la poesia e uno dei compiti che ha la scuola è proprio questo. Certe volte la scuola però lo fa in maniera molto prescrittiva, devi imparare a memoria, devi studiare questo. Il nostro metodo è un po' diverso: io ti insegno una maniera di fare poesia, ma poi la facciamo insieme e i bambini sperimentano. Scrivere è mettere in ordine le idee che significa anche un po' mettere in ordine il mondo. In Italia si dice che si scrive troppo e si legge poco.
    Secondo me non si scrive mai abbastanza, per diventare scrittore poi ci vuole una vita. Credo che la scrittura chiami molto anche alla lettura" spiega Pace che con Lorenzoni è autore degli haiku che ci sono nel libro. 
   

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