Libri

Il caso Dahl e le 'correzioni', i nuovi sensitivity reader

A Fiera Ragazzi Beverly Horowitz, serve attenzione particolare

Redazione Ansa

(dell'inviata Mauretta Capuano) (ANSA) - BOLOGNA, 07 MAR - Il caso della revisione linguistica nei libri di Roald Dahl in nome del politicamente corretto fa discutere anche alla Fiera del Libro per Ragazzi di Bologna. Si possono correggere i libri di autori del passato? Quanto le nuove sensibilità condizionano le case editrici? "C'è un grande processo da fare prima che un libro sia pubblicato. La nuova figura è quella del sensitivity reader che è preparato in una determinata questione, inclusività, storie gay, razzismo. Il problema è che è un'unica persona e quindi non rappresenta la sensibilità di tutta quella minoranza" ha spiegato Beverly Horowitz, senior vice presidente e publisher Delacorte Press/Random House in un incontro, moderato dallo scrittore Pierdomenico Baccalario, a cui hanno partecipato la traduttrice Simona Mambrini, la direttrice editoriale di Salani Mariagrazia Mazzitelli, editore italiano dei libri di Dahl e lo scrittore Davide Morosinotto. "La letteratura per ragazzi ha bisogno di un'attenzione particolare rispetto alle altre, perché ha bisogno di speranza" ha sottolineato anche Horowitz. Mambrini ha invece evidenziato che "Mary Poppins lasciandola così come è non la comprerebbe nessuno". Mentre Mazzitelli, che ha firmato a titolo personale la petizione lanciata da Baccalario, 'Save Roald Dahl from Puffin New Edit', ha detto che, "in tutto questo mondo che cambia, modificare le opere di altri autori è andare contro la libertà".
    Morosinotto, Premio Strega Ragazze e Ragazzi nel 2021, preferisce concentrarsi sulla storia piuttosto che sugli autori: "Basta che resti viva la storia. Penso che sia meglio che un libro sia cambiato piuttosto che morire". "Niente in contrario - ha detto Baccalario - sulla sensibilità per cui si vogliono fare gli interventi. C'è un piccolo problema dal mio punto di vista: Dahl non c'è più da qualche anno e siccome non c'è, non può dare il suo parere. Quando era vivo aveva già deciso lui stesso di cambiare alcune cose dei suoi libri, ma se non c'è più perché cambiarle noi? Dopo tutto erano stati validati quando lui li ha pubblicati i suoi libri. Oggi scriviamo i libri in un certo modo, benissimo. Quelli che ci sono prima lasciamoli così.
    Ma forse il problema dell'edit, del correggere, non è tanto un proteggere i bambini ma fargli comprare quei determinati libri e non altri".
    E sui libri del presente è giusto intervenire? "Non ho gli strumenti per dirlo. A naso e a intuizione, in 25 anni di carriera che ho fatto, dico di no. Lo trovo eccessivo, fuori luogo, è diventato non dico una moda ma un'ossessione. E quando le cose diventano ossessive e parte il puritanesimo di pulizia non c'è niente di buono. I bambini devono leggere anche cose spigolose, sbagliate. Se mi portano un'evidenza scientifica che editando così i libri i bambini crescono meglio, più sani, più belli, più sinceri, ci sto. Ma siccome non esiste questa evidenza scientifica, finché non c'è, permettetemi di scrivere le cose con qualche parolaccia e qualche errore e qualcosa che non va bene" ha sottolineato Baccalario che con la sua petizione ha raccolto 10 mila firme. (ANSA).
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it