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Arriva 'Dieci' di Marine Carteron

Scrittrice, volevo rendere omaggio ad Agatha Christie

La copertina di Dieci

Redazione Ansa

 MARINE CARTERON, DIECI (GIUNTI, PP. 256, EURO 14). Rilegge il capolavoro di Agatha Christie 'Dieci piccoli indiani' strizzando l'occhio alle atmosfere horror di Stephen King, la scrittrice francese Marine Carteron nel suo nuovo coraggioso libro 'Dieci' , destinato ai ragazzi e alle ragazze a partire dai 16 anni, che arriva in Italia il 29 settembre per Giunti nella traduzione di Tania Spagnoli.
    Rinchiusi su un'isola disabitata e sotto l'occhio implacabile delle telecamere, i partecipanti di un escape game televisivo si affrontano in un gioco che farà affiorare la vera natura di ciascuno di loro.
    La Carteron in questo romanzo mette in scena tutti gli orrori che abitano la realtà e che superano di gran lunga ogni possibile finzione. Il libro è una prova letteraria che supera l'immaginazione e mette in scena i nostri peggiori incubi.
    Affronta temi come il suicidio, il bullismo, le droghe, la violenza con cui ognuno di noi, anche gli adolescenti, devono fare i conti.
    "Leggevo Agatha Christie da bambina. Quando l'ho riletta da adulta ho voluto renderle omaggio, giocare con i suoi codici linguistici. Trovo il suo stile particolarmente adatto agli adolescenti di oggi: le sue descrizioni sono sempre preziose, nutrono la trama, stabiliscono i personaggi e l'atmosfera delle sue storie" dice la Carteron che è nata nel 1972, ha studiato storia dell'arte e archeologia e vive nella Francia meridionale, dove insegna e scrive romanzi per ragazzi. Nel 2016 il suo libro 'Génération K' è stato votato miglior libro per ragazzi dalla rivista letteraria Lire.
    'Dieci', tra i libri vincitori del premio letterario Livrentéte 2020, è un'attenta partita a scacchi dove tutti i protagonisti sono vittime e carnefici e dove, in assenza di redenzione, salvarsi non sarà più un gioco da ragazzi.
    "Quello che mi auguro è che i miei lettori rabbrividiscano, tremino e arrivino a coprirsi il volto con le mani per tenere a bada la paura" afferma l'autrice. "I miei personaggi sono dei carnefici, alcuni certamente più di altri. Se diventano vittime è per espiare le loro colpe. Ma qui il loro giudice non sarà un modello di moderazione. Io credo che la letteratura non debba affrontare nulla ma possa affrontare tutto. I libri sono responsabilità di chi li scrive, li pubblica e, in misura minore, persino di chi li legge" sottolinea la Carteron che riflette anche sull'impatto della tecnologia sugli adolescenti, senza falsi moralismi. (ANSA).
   

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