Libri

Nella Biblioteca di Casa Leopardi 35 opere contemporanee

Dialogo passato-presente per testimoniare attualità di Leopardi

Redazione Ansa

(ANSA) - RECANATI, 18 OTT - "Un viaggio tra passato e presente per testimoniare l'attualità di Leopardi e far in modo che le stanze della sua Biblioteca non siano solo un contenitore di antichi libri e tesori, ma un luogo vivo di stimolo alla cultura". Con queste parole, Olimpia Leopardi, erede del poeta, ha inaugurato oggi a Recanati la mostra da lei ideata 'In purissimo azzurro' che ospita fino al 7 gennaio 2024 nelle sale della Biblioteca di Palazzo Leopardi 35 opere di 21 artisti contemporanei. Si tratta della seconda edizione del progetto InterValli avviato lo scorso anno con un' esposizione a tema dedicata al canto de 'L'infinito' e che quest'anno viene riproposta con la stessa logica sulla lirica 'La ginestra o il fiore del deserto' di cui riprende un verso.
    Curata da Antonello Tolve, l'esposizione evoca le suggestioni, i luoghi, i colori e la filosofia della lirica in un percorso visivo suggestivo che si snoda tra i 20.000 volumi della Biblioteca. Parte delle opere sono state commissionate dallo Tolve agli artisti per l'occasione, ed altre sono state scelte per associazione al pensiero leopardiano in modo da suscitare una visione critica e divergente sulla contemporaneità.
    Tra le opere realizzate per la mostra ci sono le sculture dei piccoli Pinocchi (2023) di Deborah Napolitano in ferro e terracotta, che sembrano voler fuggire terrorizzati dai volumi della biblioteca, o il quadro i VoltiTravolti (2023) di Enrico Pulsoni, eseguito con pastelli e penna Bic su carta cotone che reca la scritta Giacomo Leopardi, fino al libro in cera, smalto, legno e vetro di Ciro Vitale con su scritto il verso de La Ginestra "Or tutto intorno una ruina involve". Ma ci sono anche la piccola scultura "Above the clouds" (2022) di Matthias Kostner che raffigura un pensoso fanciullo che rimanda al poeta, e l'emblematica "Pietra filosofale" (2000) di Vettor Pisani, unico artista scomparso presente in mostra, posta nello studio normalmente usato dai piccoli Leopardi e dal padre Monaldo a suggerire la ricerca infinita della conoscenza. (ANSA).
   

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