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Addio al poeta Franco Loi

Era nato il 21 gennaio 1930 a Genova

Redazione Ansa

Avrebbe compiuto 91 anni il prossimo 21 gennaio il poeta Franco Loi, morto il 4 gennaio a Milano, la città dove - nato a Genova - si era trasferito nel 1937 a seguito del padre ferroviere, e di cui aveva tanto amato il dialetto da renderlo la lingua delle sue composizioni.
"Di lui - scrive il sindaco Beppe Sala - Milano ricorderà la sua straordinaria lirica colma di realismo, capace di mescolare diversi elementi ed influenze".
Considerato uno dei maggiori poeti italiani del dopoguerra, il maggiore tra quelli in dialetto milanese, si era rivelato nel 1975 con la sua raccolta più celebre, 'Strolegh', pubblicato da Einaudi con prefazione di Franco Fortini.
Tra le altre opere, tre anni dopo, la raccolta "Teater", sempre edita da Einaudi, così come "L'aria de la memoria", che raccoglie tutte le poesie scritte tra il 1973 e il 2002. Tante poi le opere scritte in dialetto milanese, tra cui "Lünn", "Liber", "Umber", " El vent", "Isman", "Aquabella", "Pomo del pomo". Alla poesia, i cui temi ricorrenti erano la guerra, la scoperta del male nella storia, il rimpianto di un paradiso perduto, ma anche la costanza dell'invocazione della preghiera, Loi affiancava l'attività di saggista, ma è con le opere in versi che ha vinto il Premio Bonfiglio, il premio Nonino, il Librex Montale e il Brancati 2008. Il suo stile era all'insegna della libertà espressiva assoluta, in una mescolanza di registri, dal grottesco al sarcastico al satirico.
Un'attività riconosciuta anche dalle istituzioni: il comune gli ha tributato l'Ambrogino d'oro, la provincia la medaglia d'oro, la Regione il "Sigillo Longobardo'.
In tanti, oggi, lo ricordano sui social: "Franco Loi, fratello e compagno del Teatro Officina fin dagli anni '70 - scrive lo spazio milanese dedito all'animazione culturale sul territorio - non ci ha lasciati soli. E' con tutti noi, in un cerchio di gratitudine che è comunione degli affetti. E responsabilità culturale". Se Poesia festival lo rammenta con il video della lezione magistrale, condotta assieme a Umberto Fiori, al Teatro Ermanno Fabbri di Vignola nel 2015, sono tanti i gruppi di poesia sui social che scelgono i suoi versi per salutare il "poeta della memoria, dello stupore e dell'incanto".
Tra le composizioni più citate, "Forse ho tremato come di ghiaccio fanno le stelle", da 'Lunn', e 'Sèm poca roba, Diu, sèm squasi nient' da "Liber"

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