Libri

Bravi, da bibliotecario all'Unimc a candidato al Premio Strega

Le congratulazioni del rettore McCourt, 'talento e passione'

Redazione Ansa

(ANSA) - MACERATA, 06 APR - Nonostante i suoi lavori siano da tempo ampiamente apprezzati, come dimostrato da recensioni su testate nazionali e riconoscimenti come il Premio Bergamo, Adrián Bravi non riesce a nascondere la genuina sorpresa di ritrovarsi tra i dodici finalisti del Premio Strega 2024, con il suo libro Adelaida (Nutrimenti). "Non mi sarei mai aspettato di arrivare fin qua. Oltre alla mia, ci sono tante opere belle, importanti. Essere rientrati in questa rosa è già abbastanza, però, certo, se sei tra i dodici non puoi che sperare di rimanere nella cinquina" dice, secondo una nota dell'ufficio stampa dell'Università di Macerata. Argentino di nascita, recanatese di adozione, è stato selezionato tra gli 82 candidati su segnalazione di Romana Petri, finalista dello scorso anno.
    Laureato in filosofia all'Università di Macerata, oggi lavora nell'Ateneo come bibliotecario.
    "È un collega sempre cordiale e di grande discrezione - commenta il rettore di Unimc John Mc Court -. Tanti di noi lo incrociano ogni giorno per i corridoi, nelle sale, lavorano al suo fianco. Penso quindi di parlare a nome di tutta la comunità universitaria dicendo che il suo riconoscimento ci rende felici, è un meritato coronamento del suo talento e della sua passione per la scrittura".
    A questa passione Bravi dedica quasi tutto il suo tempo libero. "Va tutto a discapito della vita privata - racconta -.
    Oltre al lavoro, la mia vita è questa. C'è pochissimo spazio per altre cose, a volte anche a discapito del sonno". Ai suoi progetti si aggiungono tante richieste di collaborazioni per prefazioni di libri, ad esempio, o antologie. "All'inizio fa molto piacere, perché significa essere apprezzati, ma poi mi rendo conto che devo tagliare per poter portare avanti le mie opere". Ora per Bravi si apre una primavera intensa. "Ci sarà tutto il tour dello Strega. Mi hanno già invitato all'Istituto italiano di Stoccolma. È un po' impegnativo, ma va bene".
    (ANSA).
   

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