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Carofiglio, 'la letteratura racconta le ombre'

A Libri Come l'autore analizza L'orizzonte della notte

Redazione Ansa

GIANRICO CAROFIGLIO, L'ORIZZONTE DELLA NOTTE (EINAUDI, PP. 288, EURO 18,50)

Non solo giallo. Gianrico Carofiglio pone l'accento sul lato introspettivo. A Libri Come, la Festa del libro e della lettura all'Auditorium Parco della Musica di Roma, a proposito de L'orizzonte della notte, uscito per Einaudi, storia in cui ritroviamo l'avvocato Guido Guerrieri, l'autore pugliese bestseller rivela: "Quando ho scritto il primo romanzo della serie, Testimone inconsapevole, ero convinto di aver scritto un romanzo atipico di formazione. Protagonista Guerrieri, un uomo alla soglia dei quarant'anni che attraversa un periodo fenomenale di crisi e ne esce diverso. Nel plot c'era una suspense giudiziaria, però le ipotesi di titoli, in origine, erano tutto fuorché connessi al genere legal-thriller". Fu l'occhio dei critici ad aprire la via: "Corrado Augias definì quel libro 'il miglior giallo legale mai uscito in Italia", racconta.
    Il plot del nuovo romanzo ruota attorno a una donna che uccide l'ex compagno della sorella. Legittima difesa o omicidio premeditato? La trama offre lo spunto per parlare di femminicidio, generato "dalla cultura patriarcale", spiega Carofiglio. In questa nuova avventura, Guerrieri va in analisi: "Ho scelto la junghiana - spiega lo scrittore - perché tra le scuole di pensiero analitico, è quella più letteraria, mitologica, ricca di suggestioni". "Il corpo a corpo con l'ombra - commenta - è l'essenza del romanzo. La letteratura ha a che fare col muoversi in territori in cui non ci sentiamo a nostro agio. Va nel sottoscala della coscienza, mette mano a cose riposte che abbiamo seppellito perché non le vogliamo vedere, perché sono parti di noi che ci disgustano".
    L'ombra "racchiude ciò che cerchiamo di respingere al di sotto della zona della coscienza. Tuttavia quello che allontaniamo ci condiziona. L'unico modo di neutralizzare l'ombra è integrarla, accettare la parte di noi che non ci piace".
    A Libri Come lo scrittore barese, passa al setaccio la parola verità: "Una volta iniziai a fare anagrammi della locuzione 'la verità' e ne tirai fuori ventuno. Tre erano: 'rivelata', 'evitarla', 'relativa'". Quanto a fiction e non-fiction, ammette: "Come le figurine che c'erano una volta nei formaggini, quelle che le muovevi e prima sembravano una cosa e poi l'altra, tra me e Guerrieri ci sono dei punti di sovrapposizione quasi totale e delle cose molto diverse. Lui è un esperto di musica e io no".
    Guerrieri è avvocato, Carofiglio è stato magistrato: "Nei libri ho scelto di raccontare il mondo delle aule di giustizia con gli occhi di un avvocato perché quello era un modo per cogliere dettagli che non avrei colto se avessi raccontato dal punto di vista del pubblico ministero. Uno scarto di prospettiva permette una freschezza narrativa". E cita Proust: "Il vero viaggio di scoperta non è vedere posti nuovi ma avere occhi nuovi". 
   

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