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Viola Conti, quando l'amore diventa dipendenza affettiva

Un romanzo per indicare che si può sempre uscire dal dolore

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 31 MAG - VIOLA CONTI, 'PERCHÉ AMO SOLO CHI FUGGE? IL DOLORE È UN TALENTO' (GIOVANE HOLDEN EDIZIONI, PP. 96, 14,00 EURO) L'amore che diventa gabbia e si trasforma in una dipendenza affettiva: un tema che riguarda sempre di più i giovani e, in particolare le donne, che ripropongono con il proprio partner copioni già vissuti con i genitori o un genitore in particolare di cui hanno ricercato sempre l'affetto con scarsi risultati.
    Ciò che scatta nella mente di queste donne è la possibilità di ottenere una sorta di risarcimento riuscendo a conquistare l'amore di un partner difficile come lo era il genitore. È il centro del romanzo 'Perché amo solo chi fugge? Il dolore è un talento', firmato dalla giornalista, scrittrice e book blogger livornese Viola Conti.
    Celeste, la protagonista, è una donna adulta che, pur di conquistare l'amore di Luca, il classico artista bello e dannato, arriverà a sminuirsi e a rendersi pericolosa agli occhi di lui, perdendo totalmente il controllo e costruendosi una realtà fatta di false convinzioni, in cui l'amore non è altro che il suo bisogno di essere amata, costi quel che costi.
    Celeste soffre e arriva a pensare che l'amore sia solo dolore. E invece è proprio da lì che si deve ripartire e rinascere, attraverso un percorso di consapevolezza e crescita personale.
    "Il dolore è un talento", questo è il messaggio dell'autrice, "e va visto come un'opportunità per conoscersi meglio e guardarsi dentro in modo da rompere quelle dinamiche relazionali che ci rendono incapaci di viverlo appieno. Il mal d'amore si può curare ed è un'occasione per imparare ad amarsi di più, ripartendo da se stessi. Amare non è mai un errore, è solo che dobbiamo capire che quando diventa nocivo per il nostro benessere psicologico e ci allontana da ciò che siamo, è bene investire le nostre risorse emotive altrove. Amare è moltiplicare, condividere, vivere insieme con e per l'altro, non certo sentirsi da meno del proprio partner, diventandone dipendenti. Io stessa ci sono passata e la scrittura è stata la mia terapia. Per questo vorrei aiutare anche chi come me si trova in una situazione analoga e si sente perso. C'è sempre una via d'uscita dal dolore, basta trovarla e chiedere aiuto se non ce la facciamo da soli. Questo libro, oltre che ad una lettura piacevole per tutti, vuole essere uno strumento di auto aiuto per una maggiore conoscenza di sé, allo scopo di individuare certi campanelli di allarme presenti in una relazione disfunzionale". (ANSA).
   

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