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Il noir di Michele Turazzi sul futuro che già incombe

La Milano del 2045 fra instabilità ed effetti del climate change

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 29 MAR - MICHELE TURAZZI, 'PRIMA DELLA RIVOLTA' (NOTTETEMPO, PP. 512, EURO 19) Droni e zanzare sono le presenze ronzanti sopra le teste di un'umanità controllata e perseguitata di continuo che tenta comunque di andare avanti nella Milano del 2045. In 'Prima della rivolta', il noir d'esordio di Michele Turazzi, si immagina un futuro poco distopico e fin troppo concreto: i timori e le previsioni di oggi sugli effetti devastanti del climate change, sulle tendenze destabilizzanti del radicalismo politico e sulla mancata gestione della crisi umanitaria dei migranti diventano una realtà quasi tangibile se non si trattasse di una finzione letteraria.
    Ed ecco la Milano in un tempo ormai lontanissimo "da bere" costretta invece a razionare l'acqua dolce dopo che il livello del mare si è alzato mangiandosi chilometri di coste, mentre il caldo torrido e l'umidità hanno creato l'habitat ideale per gli insetti, zanzare in primis, e l'occhio da grande fratello della polizia vigila coi suoi droni su continue manifestazioni di piazza pronte a degenerare in scontri fra agenti e protestanti.
    I ricchi intanto se ne stanno rinchiusi e protetti in quartieri di lusso nella metropoli quando non sono invece sulle Alpi, diventate il loro regno incontrastato al sicuro dal caldo e dai disordini.
    In questa Milano capovolta, ben rappresentata dall'immagine scelta per la copertina, si muove il protagonista del libro di Turazzi, il commissario capo Alberto De Santa, tornato nella sua città dopo essere stato trasferito in Cadore contro la sua volontà. Non rimpiange affatto quel mondo finto, dominato dai privilegiati in fuga dalla città e si ritrova subito catapultato in una indagine carica di enigmi e imprevisti sulla morte di Renato Valsecchi, imprenditore nel campo del solare, filantropo, nonché membro della Chiesa dell'Apocalisse, la religione ormai predominante in Italia. De Santa compie così un viaggio negli inferi di un mondo che segrega i migranti e gli scarti della società, tenuti a debita distanza dalla Milano che conta e vuole difendersi dagli "ospiti", come li chiama la potentissima Digos, mentre cresce lo scontro tra gli Antagonisti, sostenitori di un nuovo socialismo, e i Frontisti, decisi a preservare lo status quo.
    Turazzi riesce così a rievocare in una ambientazione italiana certe atmosfere conflittuali e claustrofobiche di 'The Dome', romanzo del maestro del thriller Stephen King, e ricorda anche gli autori che hanno definito i termini della letteratura sul surriscaldamento globale e le sue conseguenze come 'climate change fiction' ed 'eco-fiction', da Ian McEwan a Margaret Atwood. Lo fa però mantenendosi sempre coi piedi ben piantati su una terra che appare, già nel nostro tempo, drammaticamente arida. (ANSA).
   

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