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'Io, Monna Lisa', il nuovo romanzo di Natasha Solomons

Eventi il 5 maggio al Leonardo3Museum di Milano e il 6 a Como

'Io, Monna Lisa', il nuovo romanzo di Natasha Solomons

Redazione Ansa

NATASHA SOLOMONS, IO, MONNA LISA (NERI POZZA, PP 368, EURO 18,00)

La storia della Gioconda viene raccontata attraverso la sua stessa voce da Natasha Solomons in 'Io, Monna Lisa', in libreria per Neri Pozza nella traduzione dall'inglese di Laura Prandino.
    Cinquecento tumultuosi anni si avvicendano in un turbine di potere, denaro, intrighi, mentre il famoso dipinto di Leonardo Da Vinci passa di mano in mano, diventando protagonista di un'incredibile avventura e testimone della storia dell'umanità.
    "Ascoltate la mia storia. Vale la pena sentire le mie avventure.
    Ho vissuto molte vite e sono stata amata da imperatori, re e ladri. Sono sopravvissuta a rapimenti e assalti. Alla rivoluzione e a due guerre mondiali. Ma questa è anche una storia d'amore. È la storia di ciò che siamo in grado di fare per coloro che amiamo" racconta nel libro Monna Lisa.
    Per cinquecento anni il ritratto di Lisa del Giocondo è stato bramato e rubato. Nel corso dei secoli, pochi hanno potuto sentire la sua voce, ma ora lei è pronta a raccontare una storia di rivalità, sangue e amore. Monna Lisa ci porta dall'abbagliante mondo degli studi fiorentini alle corti francesi di Fontainebleau e Versailles, fino al ventesimo secolo.
    Dopo il successo de 'I Goldbaum', la Solomons, 42 anni, che è autrice di cinque romanzi e vive nel Dorset con il marito David Solomons, premiato scrittore per bambini e i loro due figli, da voce al quadro più famoso di tutti i tempi nel libro che presenterà a Milano, giovedì 5 maggio alle 18.30, al Leonardo3Museum - Il Mondo di Leonardo, con Benedetta Marietti e a seguire una visita guidata al Museo gratuita per i partecipanti all'incontro (per prenotarsi: redazione@neripozza.it) e a Como, venerdì 6 maggio alle 18.00, alla Libreria Ubik.
    Il libro si apre al Louvre di Parigi, oggi. "La mia pelle era spettrale anziché rosea, così aggiunse un tocco di rosso e giallo lacca, e mi diede profondità con terra d'ombra bruciata.
    Le mie mani e il vestito e il velo e i capelli non erano altro che un pensiero a carboncino, in attesa di esistere. C'erano i primi tratti a inchiostro del cartone preparatorio. La punta aguzza dell'ago colse i miei nuovi contorni, pronti per lo spolvero di carbone. Le sue dita massaggiarono la polvere da ricalco nei forellini della carta. Ero un contorno, un'immagine riflessa su legno". (ANSA).
   

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