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Libri: giovani e lavoro, Non è questo che sognavo da bambina

I compromessi dell'età adulta in esordio Canfailla e Di Virgilio

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 12 NOV - SARA CANFAILLA/JOLANDA DI VIRGILIO, NON E' QUESTO CHE SOGNAVO DA BAMBINA (Garzanti, pp.288, 16.90 euro). "Un lavoro. Forse è questo che significa diventare adulti. Ti siedi qui, lo accetti. Non farai quello che avresti voluto fare, non sarai quello che avresti voluto essere. Ma sarai qualcuno". E' una vera immersione nella faticosa e spesso frustrante realtà lavorativa vissuta dai giovani di oggi "Non è questo che sognavo da bambina", il romanzo d'esordio di Sara Canfailla e Jolanda Di Virgilio, edito da Garzanti. Con uno stile brillante e un passo coinvolgente, senza alcun intento consolatorio ma con uno sguardo ironico e dissacrante, le due autrici delineano una storia semplice, che ha il sapore dell'autenticità: al centro del romanzo c'è Ida, neolaureata, coinquilina, fuorisede e precaria, che accetta uno stage come social media manager in un'importante agenzia di comunicazione di Milano. La ragazza, che sognava di fare la sceneggiatrice, decide che è arrivato il momento di crescere e accettare i compromessi che la vita lavorativa impone agli adulti: i sogni restano sogni e forse non si realizzeranno, perché bisogna andare avanti, anche se le cose non vanno nella direzione sperata. Ma a volte, anche se accontentarsi e convincersi che è finito il tempo dei "capricci" sembra essere la strada più saggia, i sogni escono dal cassetto e tornano alla ribalta, prepotenti, a ricordarci chi siamo veramente: ed è quello che Canfailla e Di Virgilio, in un romanzo che davvero "fotografa" il mondo del lavoro e le amarezze dei precari, fanno accadere alla loro protagonista, una ragazza come tante, a cui la società sembra voler negare anche solo un'opportunità di mostrare il proprio talento. Se si ha coraggio di rischiare, però, può valere la pena tornare a essere se stessi: ed è questa la speranza che anima il romanzo, la cui storia fa riflettere, senza drammi ma anche senza indulgenze. (ANSA).
   

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