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'Immaginare prima', Dante Ferretti si racconta

Esce 25 novembre per Jimenez Edizioni, con David Miliozzi

'Immaginare prima', Dante Ferretti si racconta

Redazione Ansa

DANTE FERRETTI CON DAVID MILIOZZI, 'IMMAGINARE PRIMA. LE MIE DUE NASCITE, IL CINEMA, GLI OSCAR' (JIMENEZ, PP 272, EURO 22).

 Arrivato alla soglia degli ottant'anni Dante Ferretti, tre volte vincitore del premio Oscar per la migliore scenografia, si racconta per la prima volta in un'autobiografia illustrata con bozzetti dai suoi film, foto d'epoca e dipinti inediti dell'autore. Il libro 'Immaginare prima. Le mie due nascite, il cinema, gli Oscar', nato dalle lunghe conversazioni con lo scrittore, sceneggiatore e critico d'arte David Miliozzi, sarà in libreria il 25 novembre per le Edizioni Jimenez.
    E' la storia di un artista italiano che, partendo dalla provincia e da un approccio artigianale, ha dedicato al cinema gran parte della sua esistenza, costruendosi un destino pieno di successi e riconoscimenti internazionali e diventando un simbolo mondiale del Made in Italy.
    Come racconta lui stesso, Dante Ferretti è nato "due volte" a Macerata: la prima il 26 febbraio 1943, la seconda quando la casa di famiglia fu demolita da un bombardamento e lui miracolosamente estratto vivo dalle macerie. Quella doppia nascita ha influenzato le sue scenografie più celebri, basta osservare la torre dell'orologio di Macerata e le scenografie di Hugo Cabret per capirlo.
    Nel libro pieno di aneddoti, eventi straordinari, amicizie e incontri fuori dal comune, ci sono i ricordi dei registi con cui ha lavorato Pier Paolo Pasolini, Federico Fellini, Martin Scorsese, Tim Burton, Franco Zeffirelli, Terry Gilliam e dei compagni e divi conosciuti dietro e davanti alla macchina da presa. Nel "Secondo Tempo" e nei "Titoli di Coda" la voce passa a David Miliozzi che ne ripercorre la carriera professionale e il percorso umano inseguendo il Maestro a caccia di ricordi e immagini. Viene fuori così il ritratto di un uomo umile, tenace e geniale riuscito a diventare il simbolo di quel "saper fare" italiano che ha reso celebre il nostro paese nel mondo, ottenendo una popolarità che si può mantenere solo a patto di restare onesti con sé stessi e vicini alle proprie origini.
   

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