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Paolo Cognetti e i Sogni di Grande Nord

Su Sky Nature viaggio da Alpi ad Alaska su tracce grandi autori

Paolo Cognetti e i Sogni di Grande Nord

Redazione Ansa

La tomba di Raymond Carver, il Klondike di Jack London, i laghi pescosi di Ernest Hemingway, la natura selvaggia di Thoreau. E poi quel mitico Magic Bus di Into the Wild, raggiunto appena in tempo, poco prima che venisse rimosso dal Parco Nazionale di Denali, per far rivivere il ricordo e l'avventura in Alaska di Christopher McCandless. E' l'emozione della grande letteratura ma anche il respiro di un ambiente naturale ancora incontaminato a scandire "Sogni di Grande Nord", il documentario di Paolo Cognetti in arrivo su Sky Nature il 21 agosto alle 21.15, in streaming su Now e disponibile on demand. Diretto da Dario Acocella e scritto dallo stesso Cognetti con Dario Acocella e Francesco Favale, prodotto da Samarcanda Film con Feltrinelli Real Cinema e con Rai Cinema, con il sostegno della Film Commission Valle d'Aosta, il documentario è il racconto del lungo viaggio compiuto dallo scrittore dalle Alpi all'Alaska. Dopo aver vinto il Premio Strega 2017 con Le otto montagne (Einaudi), romanzo venduto in tutto il mondo con oltre un milione di copie, Cognetti ha infatti sentito l'esigenza di mettersi in cammino, per rincorrere e riscoprire i luoghi degli scrittori che lo hanno formato ma anche per immergersi nella purezza salvifica di una natura bella, potente e ancora non distrutta dall'uomo. Presentato in concorso alla 69esima edizione del Trento Film Festival, "Sogni di Grande Nord" segue dunque passo passo il viaggio di Paolo Cognetti, dalla partenza da Milano all'arrivo a Vancouver fino all'avventura vera e propria per raggiungere l'Alaska a bordo di un camper preso in affitto. Ad accompagnare lo scrittore l'amico Nicola Magrin, viaggiatore e illustratore, che raccoglie le sue confidenze e le riflessioni. "La vita a volte è incredibile, dopo lunghissimi giri ti porta al centro esatto della tua storia", afferma Cognetti nel corso del viaggio, che per lui rappresenta un'occasione per guardare fuori e dentro di sé, per riscoprirsi uomo prima ancora che scrittore, per ripensare il proprio posto nel mondo. Nelle immagini che gira, nelle parole che confida all'amico, nei paesaggi mozzafiato che gli si parano davanti, giorno dopo giorno ricerca le origini della sua formazione letteraria, ritrovando l'eco della grande letteratura americana e dei suoi protagonisti, un grande patrimonio di parole, pensieri e sentimenti di cui a lungo si è nutrito. Ma questa esperienza 'radicale' e senza filtri è per Cognetti anche un modo per mettersi in contatto con la natura, per ascoltarne la voce, forse anche per ricucire un rapporto purtroppo ormai irrimediabilmente compromesso dalle sconsiderate azioni dell'uomo.

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