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Avati, a settembre esce film su Dante, Beatrice è potente

Regista sulla guerra, io l'ho vissuta, è tutto fuori sincrono

Avati, a settembre esce film su Dante, Beatrice è potente

Redazione Ansa

ROMA - "Nel libro e nel film che uscirà a settembre, ho messo - racconta Pupi Avati - solo quello che Dante ha espressamente scritto. Ad esempio nella Vita Nova racconta del sogno incredibile in cui Beatrice nuda divora il suo cuore, sembra un film di David Lynch. Questa immagine è di una potenza tale che anche quando l'abbiamo girata a Cinecittà tutta la troupe era attonita, e non succede quasi mai che quando giri un film la troupe sia emotivamente coinvolta in quello che fai. Nel film ho aggiunto un elemento che mi ha suggerito Beatrice stessa: io mi sono reso conto che Beatrice era consapevole di essere Beatrice. Mi spiego: lei non era una Barbie californiana bella bionda che andava in giro, non era solo l'aspetto estetico. Nel suo sguardo c'era la consapevolezza di essere per la vita di Dante, quello che sarebbe stata". Pupi Avati è stato l'ospite d'onore di Dante fuori campo: il sommo poeta tra politica, pedagogia e cinema, l'evento organizzato dall'Università Lumsa in occasione del Dantedì, giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri che si celebra ogni anno il 25 marzo come tributo alla sua grandezza. "Dante" è un film che nasce da una idea letteraria dello stesso Avati, autore del romanzo "L'alta fantasia. Il viaggio di Boccaccio alla scoperta di Dante (Solferino, 2021)".
    Il cineasta ha voluto condividere, davanti al rettore dell'Università Francesco, docenti e tantissimi studenti e degli istituti superiori presenti, Liceo Classico Dante Alighieri, San Giuseppe del Casaleto e ISS di via dei Papareschi, il suo stato d'animo per quello che sta succedendo: "Potete immaginare cosa significhi per me rivivere per la seconda volta la guerra, perché io lo so cosa significa: le sirene, i rifugi, uscire e trovare palazzi ridotti in cenere. Ero molto piccolo, ma capisco quello che stanno vivendo in Ucraina, io lo so cosa significa.
    Io mi auguravo che non fosse più necessario, che avevamo già dato. È tutto così anacronistico, disarmonico, fuori sincrono, come diciamo nel cinema, nei riguardi della vita che stiamo vivendo si fa fatica a parlare di Dante mentre simultaneamente sta accadendo qualcosa che oramai pensavamo appartenere al passato".
   

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