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Ortiz Ruano: "La violenza si ripara ripensando le categorie

Scrittrice ecuadoriana a fiera Più Libri con Febbre di Carnevale

Redazione Ansa

YULIANA ORTIZ RUANO, FEBBRE DI CARNEVALE (SUR, PP 194, EURO 17)

Ha il ritmo della poesia e della musica e una voce nuova, quella di Ainhoa, una ragazzina che passa giorni interi arrampicata sugli alberi e osserva il mondo intorno a lei, il primo romanzo, Febbre di Carnevale (Sur) dell'ecuadoriana Yuliana Ortiz Ruiana. Nata ad Esmeraldas, 32 anni, la scrittrice e poetessa vive a Guayaquil e nel tempo libero si dedica come dj alla musica afro-pacifica. Un esordio interessante il suo, proposto nell'edizione italiana nella traduzione di Marta Rota Nunez e con un QR Code per ascoltare la musica che accompagna la lettura del libro.
    Romanzo di formazione con uno sguardo diverso sulla famiglia, Febbre di Carnevale per l'autrice è in realtà un "romanzo anti-adulto, che significa che va contro la lingua degli adulti, la lingua accademica, che consideriamo la norma, e in qualche modo inventa una nuova lingua poetica. È come se Ainhoa, la protagonista, ci facesse capire tutte le difficoltà della crescita e ci mostrasse come sia fallimentare questo percorso" dice all'ANSA Ortiz Ruano, arrivata l'8 dicembre alla Fiera Più Libri più Liberi, alla Nuvola dell'Eur a Roma. "Crescere è non poter aprire bocca quando le cose ti fanno schifo, ho pensato, ma non ho detto nemmeno quello ad alta voce; tanto, nessuno mi ascoltava" scrive nel libro in cui ci sono molte poesie e un indice delle canzoni citate. "È qualcosa a cui ho pensato molto prima di mettermi a scrivere, probabilmente perché la maggior parte dei romanzi che più mi piacciono sono molto poetici e molto musicali. Per esempio Viva la musica! (Sur) di Andrés Caicedo o Papi (NN) di Rita Indiana. Sono romanzi in cui la musica è l'essenza stessa dell'opera".
    In Febbre di Carnevale ci sono anche episodi di violenza mai messi a fuoco, segreti che si tramandano di generazione in generazione. Ci sono famiglie allargate e uomini prepotenti.
    "Anche la violenza ha a che fare con il mondo adulto che, come lo conosciamo, è un mondo maschile, di uomini. E questa questione degli uomini ha a che fare con un movimento sociale molto rigido di colonizzazione. Vengono colonizzati i corpi. La terra, la donna, la patria sono soltanto elementi di consumo a loro disposizione. Come se gli appartenessero" dice la scrittrice che prima di questo romanzo ha pubblicato tre raccolte di poesie.
    L'amore nel romanzo viene ritratto come qualcosa di terribile, al punto di augurarsi che un uomo non si innamori di te, dicono ad Ainhoa. "È un amore per il quale il padre possiede i suoi figli e la figlia in tutti i sensi, anche sessuale. Io volevo portare al limite questo aspetto dei padri che possiedono i figli. Penso a Javier Milei, il nuovo presidente dell'Argentina che ha dichiarato cose come 'i genitori sono i padroni dei figli'. Questo intendere la maternità e la paternità in termini di possesso mi sembra impressionante. Per pensare all'amore e riparare tutta questa violenza che abbiamo subito è necessario ripensare da zero le categorie di uomo, di adulto e dello sviluppo del progresso in assoluto" sottolinea.
    Ma cosa rappresenta la Festa nel libro? "La festa e in particolare il Carnevale, soprattutto in America Latina e in tutta la zona dei Caraibi, è uno spazio nel quale le persone nere, afro discendenti, indigene, possono essere veramente loro stesse e recuperare quella cultura che è stata soppressa, eliminata dalla colonia. I momenti di festa sono quelli in cui possiamo indossare altri vestiti rispetto a quelli che indossiamo normalmente. Noi non abbiamo la tradizione di mascherarci in occasione del Carnevale, però è il momento in cui possiamo essere a tutti gli effetti persone vere: ballare senza freni, cantare, le donne si possono fare trecce colorate. Tutte quelle cose che non possono fare nel quotidiano perché non potrebbero andare a lavorare così vestite. Nonostante questo sia un elemento della loro cultura, il sistema razzista non glielo permette. Penso alla comunità Lgbt e a tutte le persone trans, travestite, che nella notte e nel momento della festa trovano uno spazio di vita" sottolinea.
    Ainhoa guarda la realtà da una posizione particolare. "Ha il mondo del giardino della nonna fatto di insetti, di alberi, di natura e poi c'è il suo mondo fisico che subisce un cambiamento molto brusco lungo il racconto. Ci sono diversi mondi all'interno della casa della nonna. Cresce circondata da figure femminili, come se ci fosse una sorta di maternità più estesa.
    Ci sono tutte queste ragazze, a volte anche molto giovani, che si prendono cura di lei in modo materno. È come se fosse una maternità a tante teste e forse anche per questo mostruosa" dice Ortiz Ruano.

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