Libri

Dacia Maraini, apriamo biblioteche libere dalla burocrazia

La scrittrice ha inaugurato il Maggio dei Libri al Cepell

Redazione Ansa

"Apriamo biblioteche pubbliche anche nei luoghi dove ci sono pochissime persone come nei piccoli paesini di montagna e lasciamole libere dalla burocrazia". È l'auspicio di Dacia Maraini che ha inaugurato al Centro per il Libro e la Lettura, a Roma, Il Maggio dei Libri che coincide con il giorno in cui si celebra la Giornata Mondiale del Libro e quest'anno fa anche da nastro di partenza per l'inaugurazione a Straburgo del suo 2024 in veste di Capitale mondiale del Libro. A fare gli onori di casa, al dialogo tra Maraini e il professore e saggista Guido Vitiello, il presidente del Centro per il libro e la lettura Adriano Monti Buzzetti e il direttore Luciano Lanna. "Automatizziamo. Lasciamo i libri aperti, quando uno vuole va in biblioteca e prende un libro. Poi se qualche libro sparisce, pazienza" ha detto la scrittrice Premio Strega e Premio Campiello. "Una cosa che mi avvilisce è che in molte piccole città stanno chiudendo le biblioteche. E l'argomento è: 'non abbiamo personale'. Proporrei di lasciar perdere il personale, la burocrazia. Ho pensato a questo quando c'è stato il terremoto dell'Aquila e tutti portavano cibo, acqua, vestiti, coperte. Ho detto 'ma i libri non li porta nessuno? Mi sono messa d'accordo con il direttore del parco di Pescasseroli e abbiamo fatto un camper dove io ho messo 300 libri, non miei, e li portavamo in giro. Non c'era nessuna burocrazia e la gente veniva e se voleva un libro se lo prendeva. Tutti leggevano il libro e lo riportavano. Se poi qualcuno rovina un libro o se lo prende, pazienza. Costerà sempre meno di una persona che deve prendere le registrazioni, il nome e la data. Nei piccoli paesi dobbiamo fare uno sforzo per tenere aperte le scuole e le biblioteche" ha spiegato Maraini.
    La scrittrice si è soffermata poi sull'importanza della diffusione del libro per contagio, perché "le forzature e gli obblighi non funzionano", ha sottolineato come la lettura aiuti a "costruirsi un'etica e per questo bisogna invogliare le persone a leggere, è un grande esercizio di libertà". Dopo aver ricordato che escono 85mila libri l'anno ha invitato a non distinguere tra "libri buoni e cattivi". Per Vitiello "la cosa che veramente libera, più che i libri, è la lettura". Il "libro è sempre ricerca della verità, è farsi delle domande. Le verità assolute sono pericolose. Le guerre nascono sempre dal voler imporre una verità assoluta. Nei libri si pone la complessità del pensiero che ha bisogno della molteplicità. La democrazia è bella per questo. Non a caso tutti i regimi ce l'hanno con i libri, li bruciano e questa è la prova che il libro è fondamentale".
    Maraini ha anche ricordato che quando era in campo di concentramento i suoi genitori erano diventati "persone/libro perché quando i libri vengono bruciati o non li puoi avere le persone li imparano a memoria". Non sono mancati i riferimenti alla cancel culture: "bisogna storicizzare, bisogna capire la storia e giudicare le persone e i libri dentro la storia. Ci vuole una consapevolezza che lentamente modifica la lingua, non si può intervenire in maniera meccanica".
    L'evento è stato realizzato dal Centro per il libro e la lettura in collaborazione con l'Istituto Italiano di Cultura di Strasburgo e il Corriere della Sera, ed è stato trasmesso in diretta streaming sulla piattaforma corriere.it, oltre che sui siti e sui profili social del Cepell e dell'IIC di Strasburgo.

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