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Rebecca Struthers, in un saggio la storia degli orologi

Il primo orologio una fibula di babbuino di 44mila anni fa

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 26 FEB - REBECCA STRUTHERS, MEMORIE DI UN'OROLOGIAIA (GARZANTI, PP. 285, EURO 20) Quando sono nati gli orologi? Come sono cambiati nel corso dei secoli? Lo racconta in questo saggio Rebecca Struthers, orologiaia da quando aveva diciannove anni: un'attività totalizzante", la definisce. Confessa di passare intere mattinate senza mai distogliere lo sguardo "dal minuscolo meccanismo" su cui sta lavorando: "All'improvviso mi accorgo che il caffè accanto a me è freddo e che ho gli occhi secchi perché mi sono concentrata così tanto da dimenticare di sbattere le palpebre". Per realizzare un nuovo orologio, con pezzi di recupero o partendo da zero, impiega da sei mesi a sei anni, spiega.
    Gli orologi sono "un'estensione di noi, una proiezione della nostra identità, della nostra personalità, delle nostre aspirazioni e del nostro status sociale ed economico. L'orologio è il segnatempo di un individuo, ma è anche una storia di diario: tra le sue instancabili lancette custodisce i ricordi delle ore, dei giorni e degli anni in cui l'abbiamo indossato. È il depositario della vita stessa, inanimato ma inequivocabilmente umano", scrive in un capitolo. Il volume passa in rassegna orologi celebri, fra cui quello che è considerato il primo esemplare in assoluto ovvero l'Osso di Lebombo, risalente a 44.000 anni fa e ritrovato nel 1940 in Sudafrica. Non mancano i pomposi orologi del Seicento, uno è a forma di piccolo leone d'argento, costruito a Ginevra da Jean Baptiste Duboule. C'è anche la descrizione dell'orologio da taschino con sveglia appartenuto al capitano ed esploratore Robert Falcon Scott, conosciuto come Scott dell'Antartico: lo aveva con sé durante la spedizione al Polo Sud. (ANSA).
   

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