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Muoio per te, la strage nazista di Cavriglia del 1944

Filippo Boni torna su tragedia grazie a testimonianza del nonno

Redazione Ansa

FILIPPO BONI, MUOIO PER TE. CAVRIGLIA, 4 LUGLIO 1944. UN MASSACRO NAZISTA CHE L'ITALIA HA DIMENTICATO (Longanesi, pp. 372, euro 19)

Sopravvivere alla violenza cieca e immotivata dell'uomo su un altro uomo grazie all'intervento fortuito del caso o chissà, magari per volere divino. E poi, di quell'inferno di sangue e di affetti cancellati via per sempre fare memoria, affinché l'orrore non si ripeta e il dolore non sia stato vano. E' un racconto che tocca le corde dell'anima e risveglia le coscienze quello di Filippo Boni nel libro "Muoio per te", edito da Longanesi, nel quale l'autore, riprendendo in mano un pezzo importante del suo passato familiare, riporta il lettore a una delle pagine più tragiche, e tuttavia poco conosciute, della storia italiana. Il volume, infatti, torna alla strage avvenuta a Cavriglia, paese nel cuore della Toscana, il 4 luglio 1944, quando 192 innocenti vennero rastrellati nelle proprie case, mitragliati e bruciati dai reparti tedeschi della Divisione Hermann Göring.
    Se Marzabotto, Sant'Anna di Stazzema, Fosse Ardeatine sono massacri entrati nella memoria collettiva, quello di Cavriglia (il quarto in ordine di grandezza) non solo è stato dimenticato, ma in 80 anni sono stati mai istruiti processi per dare un minimo di giustizia ai familiari delle vittime. Da qui l'operazione condotta da Boni, che ha voluto squarciare l'oblio con cui questi tragici fatti sono stati avvolti e insieme rendere onore a suo nonno Giuseppe.
    Nel volume la narrazione è molto personale perché l'autore, che ha condotto sul massacro ricerche accurate, è stato 'guidato' dalla testimonianza del nonno, lasciata nero su bianco nel 1996. Giuseppe Boni, macellaio in pensione, all'età di 72 anni, poco prima di morire, riuscì infatti a trascrivere ciò che fu costretto a vivere da ragazzino quel terribile 4 luglio a Cavriglia. Il giorno del massacro, nascondendosi nel bosco, Giuseppe incredibilmente si salvò, ma suo padre, convinto che il figlio fosse morto, si consegnò ai tedeschi. Lo trovarono ricoperto di sangue, con in tasca la catena di un orologio a cipolla che Giuseppe avrebbe poi custodito per tutta la vita.
    Con "Muoio per te" oggi il nipote Filippo idealmente riprende per mano suo nonno, utilizzandone la testimonianza preziosa per consegnarla agli altri e renderla così immortale. Il libro sarà presentato a Roma il 1 febbraio alle 17 nella sala della Protomoteca del Campidoglio in un evento organizzato dall'Associazione "Domenico Ricci per la memoria dei caduti di Via Fani" e dal suo presidente Giovanni Ricci, figlio dell'autista di Aldo Moro trucidato in Via Fani a Roma dalle Br il 16 marzo 1978. Alla presentazione è annunciata la presenza dell'assessore alla Cultura del Comune di Roma Miguel Gotor, del procuratore generale militare presso la Corte militare di appello di Roma Marco De Paolis, del sindaco di Cavriglia Leonardo Degl'Innocenti o Sanni, del figlio di una vittima Giampaolo Camici. 
   

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