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Erdogan, la storia di un uomo e di un Paese

I venti anni al potere, tra vita privata e intrecci geopolitici

Cristoforo Spinella, 'Erdogan. Storia di un uomo e di un Paese'

Redazione Ansa

CRISTOFORO SPINELLA, "ERDOGAN. Storia di un uomo e di un Paese" (Meltemi, Pag. 208, 16 euro)

Quando nel 2003 Recep Tayyip Erdogan arriva al potere in Turchia, attorno a lui si concentrano molte e diverse aspettative. Il Paese è appena uscito da una delle più disastrose crisi finanziarie della sua storia, e questo figlio prediletto dell'islam politico si presenta come paladino del rinnovamento dopo 80 anni di dominio delle élites laiche. A lui guardano con fiducia non solo i suoi elettori - le masse conservatrici dell'Anatolia e gli abitanti dei quartieri popolari di Istanbul, che già un decennio prima l'avevano scelto come sindaco - ma anche tante fasce liberali, che in questa ascesa vedono un'opportunità di democratizzare la Turchia, sottraendola alla decennale tutela dei militari. Persino a molte cancellerie occidentali pare essere l'uomo del nuovo secolo, capace di accompagnare la transizione del gigante alle porte d'Europa. Un ventennio dopo, tra trionfi elettorali e repressione del dissenso, Erdogan è diventato il governante più longevo nella storia repubblicana, plasmando quella che definisca la "Nuova Turchia", ed è considerato uno dei leader più autoritari al mondo - apertamente definito "dittatore" dal premier Mario Draghi. Non solo: oggi è l'uomo che regge le fila di molti dossier decisivi per le sorti di interi continenti, dalla Libia alle migrazioni di massa. A indagare a fondo su questa metamorfosi - e a chiedersi se le promesse iniziali non fossero in realtà un'illusione - arriva ora 'Erdogan: Storia di un uomo e di un Paese' (Meltemi, in libreria dal 13 maggio), scritto da Cristoforo Spinella, giornalista esperto di Turchia e Medio Oriente, corrispondente dell'ANSA da Istanbul, che in questi anni ha raccontato tutte le profonde trasformazioni del Paese, dal fallito golpe del 2016 ai tanti conflitti regionali. "C'è lo sguardo d'insieme su un ventennio al potere del rais turco, ma ci sono anche i dettagli della sua vita, setacciati separando, anche con ironia, l'agiografia ufficiale dal reale", spiega nella sua prefazione Alberto Negri, storico inviato e tra le voci più autorevoli sul Medio Oriente. Una biografia che intreccia interviste ai protagonisti e documenti, testimonianze dirette e ricostruzioni storiche, scavando alle radici della vicenda personale e politica del presidente turco, dall'infanzia povera nei quartieri popolari della metropoli sul Bosforo fino all'ascesa ai vertici del potere, in un profondo intreccio con le principali vicende geopolitiche degli ultimi decenni.
    Spinella illustra le fasi di questo percorso, passando dagli aneddoti sulla carriera di giovane calciatore a eventi fondamentali per la storia del Paese: la questione curda, i colpi di Stato, la guerra in Siria. Nel libro non manca uno sguardo approfondito sul rapporto con l'Italia, dall'amicizia con Silvio Berlusconi - che fu testimone di nozze del figlio Bilal, poi a lungo residente a Bologna - al sostegno del nostro Paese al sogno turco di adesione all'Ue, sbocciato nel 2005 proprio con Erdogan e oggi nei fatti sfumato.
    Ma c'è anche l'esperienza di Carlo Cottarelli, che racconta la sua stagione come capo missione del Fondo monetario internazionale in Turchia a cavallo del Duemila, proprio quando partì la scalata del 'Sultano' con la creazione del suo Akp, inizialmente descritto come una DC in salsa turca e islamica e oggi diventato un vero e proprio partito-stato. Ne viene fuori una biografia dell'uomo che diventa quella di una nazione intera, indagata al di là degli stereotipi . "Siamo vicini di casa di Erdogan - scrive ancora Negri nella prefazione - e in parte anche il nostro destino strategico nel Mediterraneo, insieme a quello di milioni di persone dentro e fuori la Turchia, è legato al suo. Uno dei tanti motivi per leggere questo libro e che lo rendono indispensabile e attuale".

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