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'Venezia in numeri' in un libro di Toso Fei

69 volte colpita dalla peste, 11.654 le cortigiane "ufficiali"

Redazione Ansa

ALBERTO TOSO FEI, 'VENEZIA IN NUMERI' (EDITORIALE PROGRAMMA). Una sola piazza: Piazza San Marco, tutti gli altri spazi sono campi, corti e campielli; un solo palazzo: Palazzo Ducale, tutti gli altri sono 'Case', abbreviate in Ca'. E un solo canale: il Canal Grande, tutti gli altri sono chiamati 'rii'. Ha scelto come chiave l'1, e poi tanti altri numeri, lo scrittore e saggista Alberto Toso Fei per raccontare la storia incredibile di Venezia nell'anno, il 2021, in cui si festeggiano i suoi 1.600 anni. Con il libro 'Venezia in numeri- una storia millenaria'', pubblicato dalla giovane casa editrice Editoriale Programma, si compie un insolito viaggio nella storia della Serenissima, e nella moderna città lagunare, dove è nato il primo Ghetto, il primo Arsenale, i primi Lazzaretti al mondo, con la pratica della "quarantena", parola veneziana.
    "Numeri che, quasi estratti a sorte dal cappello della storia, raccontano di una civiltà ancora troppo poco conosciuta" spiega Toso Fei, discendente di una antica famiglia di vetrai di Murano, considerato il "narratore" di Venezia per i suoi libri sulla sua storia segreta e leggendaria, nati dal recupero della tradizione orale, e per le sue performance di storytelling.
    "Sempre per parlare di numeri, le celebrazioni del mille seicentenario del 2021 sono partite con il 'compleanno' del 25 marzo; anche se per i veneziani la festa cittadina più sentita è il 25 aprile, giorno di San Marco, patrono della città, il cui simbolo - il leone alato - diventa nella storia emblema stesso di Venezia" dice lo scrittore che con il graphic novel 'Orientalia, mille e una notte a Venezia' è stato presentato al Premio Strega 2017.
    Sono 120 i Dogi in 1100 anni di Repubblica. Tante le storie nascoste tra 256 pozzi e 423 ponti, 116 le insule formate da 135 campi, 380 le corti, 196 i campielli, 1198 le calli: numeri che simbolicamente ci possano raccontare Venezia e che suscitano curiosità. '"Venezia in numeri' è un invito alle persone a venire a Venezia, ma anche un modo per rendere i visitatori consapevoli della sua grande storia" sottolinea.
    Scopriamo così che sono 11.654 le cortigiane "ufficiali" presenti in città ai primi del Cinquecento, secondo lo storico e cronista Marin Sanudo. E' 69 il numero di volte che Venezia è stata colpita dalla peste, riuscendo a mettere in campo misure preventive e di cura che non sfigurerebbero nemmeno oggi, ai tempi del Covid. E' di 1.001 il numero col quale l'autore identifica il racconto di Venezia attraverso i fumetti e i personaggi di comics e cartoon, più o meno famosi da Topolino e i paperi a Batman e Wonder Woman e da Topo Gigio a l'Orso Yoghi.
    E ancora è 7 il numero delle donne che a Venezia furono più libere nelle azioni e nel pensiero che altrove, al punto da elaborare - con Arcangela Tarabotti, Lucrezia Marinelli, Moderata Fonte - uno dei primi nuclei del pensiero femminista nel mondo. Sono 23.000 i proiettili piovuti sulla città tra luglio e agosto 1849, fino alla capitolazione dell'epopea risorgimentale capitanata da Daniele Manin e Niccolò Tommaseo, che vide anche il primo bombardamento aereo della storia, avvenuto con una catena di palloni aerostatici carichi di esplosivo.
    E tra i primati, racconta Toso Fei, Venezia è stata il luogo dove fu inventato lo specchio, il termometro e la misurazione della temperatura come prassi medica, la punteggiatura così come viene utilizzata oggi.
    Una summa numerica che restituisce la panoramica di una civiltà secolare che ha avuto proprie leggi, reggenti, usanze, specificità. (ANSA).
   

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