Libri

Un'idea nel Piacentino, far nascere i borghi dei libri

Si guarda all'esperienza francese per attirare turismo culturale

Redazione Ansa

BOLOGNA - In Francia si chiamano 'villages du livre', ce ne sono otto e, negli ultimi anni, hanno rappresentato un piccolo caso di promozione turistico-culturale e valorizzazione di borghi rurali a rischio di abbandono. Una 'rinascita' avvenuta grazie ai libri e che ora si pensa di esportare sull'Appennino piacentino. A lanciare l'idea, attraverso il quotidiano piacentino 'Libertà' è Lanfranco Vaccari, ex direttore dell'Europeo e del Secolo XIX, che ha individuato nei borghi attorno a Piacenza l'habitat ideale per un progetto di questo tipo che avrebbe anche il merito di salvare dal macero i libri che nessuno legge più. L'idea replica sostanzialmente l'esperienze dei 'villages du livre' o 'booktown', che in Francia ospitano fra i 50mila e 300mila visitatori l'anno. In genere ospitano qualche libreria, attorno alle quali si sono aggregati mestieri artigianali legati all'editoria, ma anche attività che vivono grazie alla gastronomia e all'ospitalità, innescando un circuito economico virtuoso intorno a un turismo delicato. Secondo la proposta di Vaccari, i borghi dei libri potrebbero anche "adottare" i libri di cui molti privati cittadini vogliono disfarsi e che rischiano di finire al macero. I borghi del libro, come spiega Vaccari nella sua proposta, non sono un'esclusiva francese: ce ne sono una quarantina nel mondo, e sono riusciti a fermare il proprio declino attraverso i libri usati, oggetti anch'essi apparentemente condannati alla definitiva scomparsa. In Italia ce n'è già uno: Montereggio di Mulazzo, in Lunigiana, la frazione da cui nei secoli passati partivano gli uomini con le gerle piene di libri per andare a venderli nelle città del nord. Con il tempo sono diventati prima bancarellai e poi librai a Genova, Torino, Milano e Venezia. Quello di Montereggio è però un caso atipico: in genere alle librerie presenti nei paesi, si aggrega una comunità di incisori, rilegatori, cartai, stampatori artigianali, illustratori e si crea un'economia legata al turismo che permette anche di riscoprire e valorizzare bellezze naturalistiche e architettoniche e prodotti tipici. "La tipologia dell'offerta - prosegue Vaccari - potrà essere organizzata su tre livelli: librerie che vendono volumi in modo tradizionale, una biblioteca che contenga i volumi più rari, preziosi o significativi e un booksharing di letteratura leggera", che si approvigionerebbe in maniera quasi inesauribile grazie a tutte quelle biblioteche private delle quali i possessori vorrebbero disfarsi. 

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