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Massimo Fini, Il giornalismo fatto in pezzi

Storie di vita ed eventi cruciali nell'Italia da anni 70 ai 2000

Massimo Fini, Il giornalismo fatto in pezzi

Redazione Ansa

MASSIMO FINI, IL GIORNALISMO FATTO IN PEZZI (Marsilio, pp.600, euro 28)

C'è la penna acuta del cronista di razza ma anche la capacità di narrare di un bravo scrittore nel libro "Il giornalismo fatto in pezzi" di Massimo Fini, edito da Marsilio. Un volume corposo che dà la possibilità al lettore di ripercorrere le vicende cruciali avvenute nel nostro Paese dagli anni '70 fino agli anni 2000: il racconto è appassionante ed è condotto attraverso una raccolta dei "pezzi" che Fini come cronista e inviato ha realizzato nella sua carriera. Il suo è senza dubbio un giornalismo d'altri tempi, fatto senza internet, sempre "fiutando" la notizia, ponendosi domande e scavando nei fatti per avvicinarsi la verità, ma senza mai dimenticare di stimolare il lettore con una scrittura coinvolgente. Il libro sorprende per la sua attualità, pur nel racconto di fatti e personaggi di ieri: tra le pagine si ritrovano speranze e delusioni di una società cambiata certo, ma forse non in modo poi così radicale. Emblema di un'informazione fatta "in presa diretta" e sempre per strada a percorrere chilometri e a consumare la suola delle scarpe, l'autore nel libro riavvolge il nastro del tempo portando chi legge nel passato recente del Paese: nei suoi articoli analizza trenta anni di storia italiana da un punto di vista antropologico, sociologico, psicologico e, più ampiamente, culturale presentando al lettore testimonianze di uomini e donne dall'estrazione sociale e dalle esperienze più diverse, ritratti di personaggi famosi, come Agnelli, Olmi, Malaparte, vicende di movimenti politici, oltre alla memoria di artisti e letterati, come Pier Paolo Pasolini, e ad alcuni reportage internazionali.

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