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L'Ora, il romanzo di un giornale va in scena a Milano

Il 'piccolo grande quotidiano' di Palermo in un incontro il 9/11

L'Ora, il romanzo di un giornale va in scena a Milano

Redazione Ansa

MILANO - Dopo la prima presentazione al Salone del libro di Torino, "L'Ora, edizione straordinaria" va in scena anche a Milano. Il libro, edito dalla Regione Siciliana, è stato scritto da 52 giornalisti di quello che fu "il piccolo grande quotidiano" palermitano del pomeriggio, che, chiuso nel maggio 1992, è ancora vivo nella cultura italiana.
    Infatti sarà il protagonista dell'incontro organizzato alla Fondazione Corriere della Sera, Sala Buzzati, martedì 9 novembre alle 18.30. Ne parleranno Piergaetano Marchetti, presidente della Fondazione, Antonio Calabrò che per anni ha lavorato all'Ora, Monica Maggioni, corrispondente di guerra ed ex presidente della Rai, e Sergio Buonadonna che fa parte del comitato editoriale. L'Ora, sulle cui pagine nel 1949 trovarono spazio anche alcuni racconti di Andrea Camilleri, è stato stato il primo giornale a chiamare la mafia con il suo nome, a combatterla vedendosi distrutta la tipografia dalle bombe del boss Luciano Liggio e pagando con tre vite (Mauro De Mauro, Cosimo Cristina e Giovanni Spampinato) il suo impegno contro Cosa Nostra e contro clientelismi, corruzione, tentativi di restaurazione politica. Dopo appena un anno e mezzo e nonostante le restrizioni dovute all'emergenza Covid, il volume è andato esaurito. Per questo, il libro dedicato al suo storico direttore, Vittorio Nisticò, è stato ristampato con l'aggiunta di pagine e foto. Per ricordare il trentennale della morte di Leonardo Sciascia, storico collaboratore del giornale, è stato pubblicato l'articolo da lui scritto il giorno dopo il terremoto del Belice. Poi ci sono cinque nuovi capitoli scritti da giornalisti de L'Ora protagonisti dell'ultimo periodo di vita del quotidiano e un intero nuovo capitolo dedicato a Etrio Fidora, che dopo Vittorio Nisticò è stato direttore e figura centrale nella storia della cooperativa di giornalisti che proseguì le pubblicazioni. 

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