Libri

Boris, la serie cult diventa un libro con il racconto dei protagonisti

Gli autori Cherubini ed Ercole, "dalla tv a fenomeno culturale"

Boris, serie cult diventa un libro con il racconto dei protagonisti

Redazione Ansa

ROMA - Da serie televisiva si è trasformata, nel giro di un decennio, in fenomeno sociale e culturale. Attraverso il racconto della vita sul set di una soap opera di quart'ordine, ha raccontato vizi e peccati dell'Italia berlusconiana, attraverso la pungente ironia di tre audaci autori, Giacomo Ciarrapico, Luca Vendruscolo e Mattia Torre, che proprio oggi avrebbe compiuto 49 anni. 'Siamo tutti Boris, un libro scritto a ca..o di cane' è l'ultimo lavoro di Gianluca Cherubini e Marco Ercole che scrivono un lungo e divertente diario di bordo della serie-cult attraverso le parole e gli aneddoti di chi di quell'esperienza ne è stato protagonista. Dai produttori agli autori, dal cast agli ospiti speciali, per concludere con una guida analitica, puntata per puntata, dei protagonisti dei 48 episodi che compongono le tre fortunate stagioni della serie tv.

"E' nato tutto da un sogno che Gianluca ha fatto una notte - racconta Marco Ercole -. Mi ha parlato del progetto di Boris e ho subito dato la mia disponibilità". "Quello che è stato raccontato nella serie televisiva - spiega Gianluca Cherubini - lo possiamo trasportare in ogni ambito lavorativo. Sono situazioni che capitano quotidianamente al mondo del lavoro. Noi raccontiamo proprio questo, un fenomeno culturale". Le oltre 400 pagine del libro, edito da Bibliotheka edizioni, contengono aneddoti, curiosità e racconti sull'intera produzione, dalla genesi al successo (inaspettato). "Sapevo che sulla carta era una cosa bella - racconta Francesco Pannofino, che in Boris interpreta il ruolo del focoso regista Renè Ferretti -, ma poi piano piano ci siamo resi conto che funzionava anche sullo schermo. Abbiamo girato così tanto che spesso ci vedevamo più tra noi del cast che con i nostri familiari. Si era creata una grande famiglia". "Nessuno di noi si aspettava che la serie diventasse un cult - spiega Andrea Sartoretti, uno dei tre sceneggiatori scansafatiche -. Somiglia molto a quello che successe in Romanzo Criminale. Nessuno si aspettava quello che poi è successo, anzi eravamo molto spaventati, dato che prima era stato fatto un film molto bello, con attori bravissimi".

L'introduzione del libro, dedicato proprio a Mattia Torre, è affidata a Walter Veltroni ("Boris non si discute, si ama"), la prefazione è di Antonio Dipollina, il cui nome è riecheggiato anche nella serie, e la post è del Trio Medusa che non può far altro che ammettere che "volenti o nolenti, siamo tutti Boris".
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it