(di Marzia Apice)
(ANSA) - ROMA, 03 GIU - GIOCONDA MARINELLI, ALFABETO
QUOTIDIANO. LE PAROLE DI UNA VITA (Marlin Editore, pp.128, 13.50
Euro). Il pensiero luminoso e aperto all'altro, che non ha però
timore di mostrare le proprie zone d'ombra. Gli amori vissuti
intensamente e poi finiti, le amicizie profonde, i ricordi di
famiglia, la povertà e i successi letterari e teatrali, le
battaglie culturali e l'impegno, la bellezza di una solitudine
operosa che scandisce le giornate. E poi la passione per una
lingua come la nostra, sempre viva e mutevole, in trasformazione
come le epoche e la società, e l'assoluto rifiuto di piegarsi al
servilismo imperante verso la "lingua delle macchine",
l'inglese. C'è tutto il mondo privato e professionale di Dacia
Maraini scandito in 250 parole nel libro "Alfabeto quotidiano",
frutto del dialogo tra Gioconda Marinelli e la scrittrice e in
libreria con Marlin Editore dal 17 giugno. Perfetto per una
lettura lineare ma anche per "saltare" da una lettera all'altra,
il libro ripercorre tutto l'alfabeto usando 250 parole a partire
dalle quali Dacia Maraini - che da poco ha ricevuto il Premio
Hemingway di Marlin Editore - si racconta nel corso di una
conversazione stimolante e sincera, nata sulla scia della lunga
amicizia con Marinelli. In quello che Maraini definisce un
"gioco dei vocaboli", in un libro dotato del "ritmo di una
partita di ping pong", emerge il ritratto autentico di una
scrittrice molto amata, che nella sua carriera ha sempre
espresso con le parole e nei suoi tanti personaggi la lucidità e
la profonda sensibilità di un pensiero mai banale volto sempre a
raccontare gli uomini e le donne e il loro tempo. Da donna a
violenza, da amore a battaglie, da immorale a lacrime, e ancora
madre, poesia, scrittura, teatro, quarantena: è innegabile che
queste siano davvero, come recita il sottotitolo, "le parole di
una vita", attraverso le quali Dacia Maraini parla con
semplicità e chiarezza di sé, delle paure e delle emozioni, del
mondo visto con i suoi occhi. Il dialogo, a tratti più serio a
tratti ironico, spazia tra gli argomenti più diversi. C'è
l'amore con Alberto Moravia e quello con Giuseppe Moretti,
terminato tragicamente con la morte di lui nel 2009, la
maternità mai raggiunta, le amicizie con Pasolini, Elsa Morante
e Piera Degli Esposti, i ricordi drammatici del campo di
concentramento in Giappone da bambina e la pace della sua
casa-rifugio in Abruzzo, l'impegno nella diffusione della
cultura come unico antidoto all'inciviltà e alla violenza,
alcuni aneddoti del suo quotidiano. "Si scrive per sfamarsi del
tempo?", chiede Marinelli. La risposta della Maraini offre la
possibilità di scrutare dentro i segreti di una narratrice mai
paga di costruire mondi nuovi sulla pagina scritta: "Il romanzo
è certamente un lungo viaggio intorno al mistero del tempo -
afferma - Tutti i romanzi, per struttura, scrutano mimando il
passaggio del tempo, quella cosa enigmatica e carnale che è la
giornata che se ne va e sparisce nel nulla pur lasciando tanti
detriti struggenti". Non poteva mancare il consiglio ai giovani
autori, gli scrittori di domani, con i quali Dacia Maraini ha un
rapporto intenso, tra insegnamento e lettura di manoscritti, per
far comprendere quanto la scrittura sia senza dubbio talento, ma
anche disciplina, rigore e impegno continui. L'occasione per
parlarne è offerta dal riferimento all'ispirazione, "una parola
abusata" secondo Maraini, che precisa: "Molti pensano che si
scriva per ispirazione aspettando che cali dal cielo: la
scrittura invece è una pratica quotidiana e le tecniche, la
disciplina, la conoscenza del mestiere sono altrettanto
importanti dell'ispirazione". (ANSA).
ANSA/ Libro del giorno: Dacia Maraini, le parole di una vita
In Alfabeto quotidiano il dialogo sincero con Gioconda Marinelli