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Nencetti e l'Ercole di Firenze

Sindacalista Mibact indaga sul rapporto tra il mito e la città

Nencetti e l'Ercole di Firenze

Redazione Ansa

ROMA - I capolavori di Donatello e di Michelangelo hanno fatto di Firenze la città del David, simbolo e icona di quella che è stata la sua età dell'oro. Ma c'è anche un altro personaggio del mito che proprio nella Firenze rinascimentale governata dai Medici faceva furore, tanto che il granduca Cosimo I volle riconoscere in lui il fondatore della città ed eroico progenitore. Al mito di Ercole fondatore, che in riva all'Arno si era del resto diffuso già ai tempi di Giotto, è dedicata la ricerca di Learco Nencetti, toscanissimo sindacalista in forze ai servizi bibliotecari del ministero di Beni culturali e Turismo.

Intitolato "Parlare di Ercole a Firenze. Già ma di quale Ercole", l'excursus cerca di fare chiarezza sull'origine del mito nei suoi legami con la città di Dante, districandosi tra i tanti Ercole che affollano i testi classici, i miti di fondazione di diverse città, le opere d'arte. "L'eroe - scrive Nencetti - è uno dei primi simboli del comune fiorentino con il quale si è identificata la tradizione cittadina e la libertà comunale anche durante la signoria medicea a regime repubblicano (1434- 1494) tanto che nella Istoria di Firenze del 1409 del mercante e scrittore Gregorio Dati, dove si riportano i segni caratterizzanti la città, i primi due risultano Il Lione e il Il Giglio, ma il sesto è proprio Ercole, che dal Duecento i fiorentini avevano scelto come immagine da apporre al sigillo del Magistrato supremo della città assieme al motto Herculea Clava Domat Florentia Prava (con la clava di Ercole Firenze doma ogni male)".

Ma è nei primi cinquant'anni del '500 e soprattutto con l'ascesa al potere di Cosimo I, lui stesso riconosciuto come 'novello Ercole' dopo la vittoria sui rivoltosi del 1537, che questa figura tra le più popolari del mito antico viene associata a Firenze, impressa persino nel sigillo personale del Duca. Già, ma quale dei tanti Ercole che ritroviamo nei miti antichi, si chiede Nencetti, si rifà quello indicato come fondatore di Firenze? L'autore cita Cicerone, Varrone, Boccaccio. Poi lascia la parola a Pierfrancesco Giambullari, accademico fiorentino e canonico laurenziano (1495-1555) di fatto un intellettuale al servizio di Cosimo I, che dopo lunga disamina conclude: "Il fondatore di Firenze era stato l'Ercole egizio, ed era lui il più antico, per proprio nome, chiamato (erroneamente) Libio, che fu anche detto per soprannome Ercole eccelso". 

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