Cultura

Le perle, storie e racconti sui simboli della femminilità

Tre gli autori del volume, Muzzarelli, Molà e Riello

Redazione Ansa

(di Patrizia Vacalebri) (ANSA) - ROMA, 04 NOV - MARIA GIUSEPPINA MUZZARELLI, LUCA MOLÀ, GIORGIO RIELLO - TUTTE LE PERLE DEL MONDO (Il Mulino, pp.
    350, 45 euro ) "La grande perla, perfetta come la luna. E assorbiva la luce e la filtrava, per rifrangerla in un' incandescenza d'argento" scriveva John Steinbeck. Predilette e desiderate perché rare, luminose, preziose, le perle hanno ispirato artisti e scrittori.
    In loro si addensa una grande quantità di significati: innocenza, candore virginale, passione, saggezza e fortuna.
    Simboleggiano la vita e insieme hanno un legame con la morte.
    Sono l'emblema del lusso e della raffinatezza come pure un prodigio della natura. Come venivano pescate? Attraverso quali rotte pervenivano alle corti? Chi le indossava, quali vesti e apparati andavano a esaltare? Nel libro scopriremo che non tutte le perle avevano una buona reputazione e che sono state sì al centro di vasti commerci e raffinate seduzioni, ma anche d'intrighi e atroci vendette.
    Rare e preziose, le perle hanno ispirato artisti e scrittori, conquistato in ogni epoca il favore di uomini e donne che le hanno incluse fra gli ornamenti prediletti. Culturalmente assai dense, sono emblema del lusso, della raffinatezza e della purezza, sinonimo delle vette di perfezione che può raggiungere madre natura. La Venere botticelliana fuoriesce da una conchiglia marina, quasi fosse una perla, evocando eterne nascite, un ciclo perennemente rinnovato di amore e procreazione. Allo stesso tempo simboleggiano anche dolore e perdita: quante perle nei funerali più chic. Il libro ci propone un viaggio avventuroso, dal Nuovo Mondo all'Asia, dal Venezuela al golfo Persico e a quello di Mannar, dalle piazze dello smercio più frenetico, come Venezia, Anversa e Siviglia, alla Cina e al Giappone. Come venivano pescate le perle? Chi le commerciava? Chi le indossava? Come giungevano nelle botteghe di orafi dalle mani sapienti e da lì, sotto forma di splendidi gioielli, nelle corti sfarzose a decorare i corpi e le vesti di re, regine, cortigiane e cortigiani? E quali erano gli altri usi? Se il linguaggio che parlavano era soprattutto quello del potere, del prestigio e della bellezza, mille sono le sfumature che accompagnano la fortuna delle piccole sfere bianche e luminescenti lungo i secoli e fino ai giorni nostri.
    Oggi perle debitamente triturate e trattate sono a volte usate nella cosmetica. Si trovano infatti in commercio creme a base di polvere di perle, capaci - a dire dei produttori, ovviamente - di accelerare il rinnovamento delle cellule e di donare lucentezza alla pelle, che promettono inoltre di rendere più liscia. Del resto la medicina tradizionale cinese consiglia creme a base di polvere di perle di acqua dolce o salta: un antichissimo rimedio dovuto alla presenza di amminoacidi, vitamine del gruppo B, sali minerali tra cui calcio, potassio e magnesio, e potenti ossidanti. Creme, ciprie e maschere per il viso perpetuano il sogno di ricavare dalle perle sprazzi di bellezza e luminosità. E che dire dell'usanza attuale di ricorrere, per sbiancare i denti e prevenire carie e tartaro, a dentifrici che contengono estratto di perle e polvere di perle? Le perle sono persuasive: non meno che sui corpi le troviamo su tessuti ricamati, su cinture, borse, copertine di libri, scatole, cornici, rosari, crocefissi. Maria Giuseppina Muzzarelli ha insegnato storia medievale, storia delle città e storia e patrimonio culturale della moda nell'Università di Bologna. Luca Molà insegna storia del Rinascimento nell'Università di Warwick in Gran Bretagna.
    Giorgio Riello insegna storia globale dell'Età moderna allo European University Institute di Firenze. (ANSA).
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it