(di Tullio Giannotti)
(ANSA) - PARIGI, 09 GIU - È stato uno degli intellettuali
francesi più noti e popolari della seconda parte del Novecento,
attivo sulla scena internazionale con l'interesse e la curiosità
per la società che gli imponevano di non fermarsi mai ma di
continuare sempre a cercare le novità dei movimenti che la
attraversano. A 97 anni, ha annunciato la figlia ed ex ministra
Marisol, se ne è andato la notte scorsa Alain Touraine, lo
studioso che più ha scrutato da vicino, in maniera infaticabile
e sempre fertile, i nuovi movimenti sociali, dal Maggio 1968,
che visse in prima persona, fino ai Gilet gialli.
Touraine era nato in una famiglia benestante del Calvados,
nel nord della Francia, ed aveva fatto studi importanti, fino
all'Ecole Normale Supérieure. Ma a formarlo in modo decisivo
furono anche le prime esperienze che lo portarono prima ad
esplorare e conoscere l'Ungheria subito dopo la guerra, poi - al
ritorno in Francia - un anno di lavoro come minatore a
Valenciennes, nel nord. Fu quasi naturale la nascita e il
radicamento del suo interesse e del suo impegno nella conoscenza
del mondo del lavoro, nelle dinamiche della classe operaia e
soprattutto nello sviluppo e nell'emergere dei nuovi movimenti
sociali. Quest'ultimo aspetto fu dominante in tutta la sua vita
di studioso e ricercatore, che raggiunse il vertice negli anni
Ottanta con la direzione della prestigiosa École des hautes
études en sciences sociales (Ehess) e nella creazione del Centre
d'analyse et d'intervention sociologique (Cadis).
Una cinquantina sono state le opere pubblicate da Touraine, a
cominciare da quelle sul lavoro e sui movimenti operai -
interesse nato in lui studiando da vicino le fabbriche Renault.
Ma dopo il Maggio 1968, la sua ricerca si ampliò e arricchì con
lo sbocciare di altri movimenti sociali che Touraine studiò fin
dall'inizio seguendo sempre il metodo che aveva elaborato:
l'intervento sociologico, che applicava a tutti i casi e che fu
prezioso per approfondire i fermenti sociali più importanti, a
cominciare dal movimento Solidarnosc in Polonia.
Nell'ultimo periodo della sua attività, a partire dal 2000,
nel pensiero di Touraine cresce l'interesse e l'esplorazione in
profondità del concetto di "soggetto", della sua evoluzione e
soprattutto dei suoi diritti. Un altro filone di interesse e di
ricerche che Touraine seguì a lungo fu quello dell'America
Latina, che lo portò a pubblicare uno dei suoi testi più
conosciuti nel 1988, La Parole et le Sang, analisi su mezzo
secolo di politica e società del continente sudamericano, fra
sociologia e attualità politica. Fra i suoi libri universalmente
più noti, Evoluzione del lavoro operaio nelle officine Renault
del 1955, Sociologia dell'azione (1965), Solidarnosc, Analisi di
un movimento sociale (1982) e Critique de la modernité (1992).
In politica, fu vicino all'esperimento di Coluche alle
presidenziali del 1981, poi alla svolta liberale del Partito
socialista nel 1984. Nel 1994 si presentò con Bernard-Henri Lévy
e Romain Goupil alle elezioni europee sulla lista L'Europa
comincia a Sarajevo. L'anno dopo sostenne fino all'ultimo Alain
Juppé nel suo tentativo, fallito, di riforma delle pensioni, poi
condannò nel 2003 gli scioperi contro la legge Fillon, sempre
sulle pensioni. Nel 2017 sostenne Emmanuel Macron alle
presidenziali esortando a votare per lui "che ha salvato la
Francia dal nazionalismo populista". (ANSA).
Addio a Touraine, il sociologo dei movimenti sociali
Diritti dell'uomo ed evoluzione società al centro dei suoi studi