Cultura

Libro-intervista dell'avvocato Della Valle su Enzo Tortora

Volume scritto insieme al giornalista Francesco Kostner

Redazione Ansa

(ANSA) - CATANZARO, 23 MAG - RAFFAELE DELLA VALLE e FRANCESCO KOSTNER, "QUANDO L'ITALIA PERSE LA FACCIA - L'ORRORE GIUDIZIARIO CHE TRAVOLSE ENZO TORTORA" (LUIGI PELLEGRINI, pp.
    160 - 15,00 euro) L'avvocato Raffaele Della Valle ha pubblicato, insieme al giornalista Francesco Kostner, un libro-intervista dedicato ad Enzo Tortora, che il penalista, oggi 83enne, difese nella vicenda giudiziaria in cui il presentatore televisivo fu coinvolto nel 1983.
    Il volume, disponibile dal 15 giugno e pubblicato dall'editore Luigi Pellegrini, è intitolato "Quando l'Italia perse la faccia - L'orrore giudiziario che travolse Enzo Tortora". La pubblicazione coincide con il quarantesimo anniversario dell'arresto di Tortora, che fu eseguito dai carabinieri il 17 giugno del 1983 su ordine della Procura della Repubblica di Napoli.
    Tortora fu accusato di appartenenza alla "Nuova camorra organizzata" di Raffaele Cutolo e di avere svolto un ruolo di primo piano nel traffico di droga gestito dall'organizzazione criminale napoletana. "Responsabilità gravissime e infamanti - é detto in una nota dell'editore - apparse subito prive di fondamento (Giorgio Bocca definì il caso 'il più grande esempio di macelleria giudiziaria del nostro Paese'), ma che non impedirono la condanna in primo grado di Tortora a dieci anni di reclusione. Un'assurda e indimostrata impalcatura probatoria che cadde miseramente nel processo d'appello, conclusosi il 15 settembre del 1986, per poi essere definitivamente smentita dalla Corte di Cassazione, che confermò la sentenza di secondo grado".
    "Oggi, per la prima volta in modo compiuto ed analitico - si afferma ancora nella nota della Pellegrini - l'avvocato della Valle, difensore di Tortora insieme al professor Alberto Dall'Ora ed all'avvocato Antonio Coppola, racconta la storia giudiziaria in cui fu coinvolto il presentatore, assurta nell'immaginario collettivo a simbolo di una Giustizia contraria ai principi costituzionali e alle fondamentali regole di un equo ed equilibrato processo penale". (ANSA).
   

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