Cultura

A Roma 'Io ti leggo', poeti e poetesse si declamano a vicenda

Dal 15 marzo al 7 giugno, ognuno leggerà le poesie dell'altro

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 13 MAR - Secondo parte della critica e del mercato editoriale, la poesia è morta.
    Si oppongono a questo diktat commerciale, leggendosi a vicenda, poeti romani come Maria Grazia Calandrone, Edoardo Albinati, Antonella Anedda, Claudio Damiani e Silvia Bre, per citarne alcuni, insieme ad altri autori di levatura nazionale. La rassegna "Io ti leggo", ideata da Spazio Parola di Gisella Blanco ed Elisabetta Destasio Vettori, in collaborazione con l'Associazione Letteraria Elio Pagliarani di Cetta Petrollo, nasce per rappresentare una concreta controtendenza all'auto-isolamento della parola poetica. Ospitata nell'elegante cornice della Fondazione Baruchello, in via del Vascello 35 a Roma, la rassegna prevede quattro date durante le quali sedici coppie di poeti si leggeranno a vicenda. La fotografia sarà curata da Dino Ignani.
    Durante ciascun incontro, ogni poeta leggerà esclusivamente l'altro, in uno spirito di declamazione reciproca, di stimolo al confronto non polemico, di avvicinamento delle poetiche più diverse e talvolta anche antagoniste. Questo il programma: Mercoledi 15 marzo 2023, ore 18-20: Edoardo Albinati - Roberto Deidier; Lidia Riviello - Sara Ventroni; Massimo Palma - Riccardo Frolloni; Paolo Fabrizio Iacuzzi - Elisa Davoglio.
    Mercoledì 12 aprile 2023, ore 18-20: Marilina Giaquinta - Cony Ray; Marco Caporali - Sacha Piersanti; Nicola Bultrini - Daniela Attanasio; Marco Ricciardi - Silvia Rosa. Mercoledì 10 maggio 2023, ore 18-20: Alberto Bertoni - Stefano Massari; Claudio Damiani - Fabio Scotto; M. G. Calandrone - Tommaso Giartosio; Silvia Bre - Antonella Anedda. Mercoledì 7 giugno 2023, ore 18-20: Matteo Marchesini - Matteo Bianchi; Ottavio Rossani - Graziano Graziani; Bruno Galluccio - Irene Santori; Francesca Del Moro - Francesca Serragnoli.
    "In un periodo storico-culturale in cui l'individualità coincide sempre di più con l'individualismo, l'io - frammentato e quasi trasparente - mostra sempre maggiori difficoltà a trovare una lingua comune per un dialogo reale e inclusivo", dichiarano le curatrici Blanco e Destasio. "Prestare la voce per la parola dell'altro, nonostante le indubbie diversità e gli inevitabili cortocircuiti linguistici e caratteriali, è non solo un importante segnale di vivacità intellettuale e civica ma, soprattutto, la necessaria dimostrazione di come la parola poetica continui a essere parte integrante della società". (ANSA).
   

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