Cultura

Aldo Cazzullo, "abbiamo un'idea distorta del fascismo"

A Pordenonelegge con 'Mussolini.Il Capobanda'

Redazione Ansa

(di Mauretta Capuano) (ANSA) - PORDENONE, 18 SET - A 100 anni dalla Marcia su Roma, Aldo Cazzullo ci racconta perché dovremmo vergognarci del fascismo in 'Mussolini Il Capobanda' (Mondadori) che è venuto a presentare in anteprima a Pordenonelegge, nel giorno di chiusura della Festa del Libro con gli Autori. Al centenario he dedicato anche la prima puntata di 'Una giornata particolare', il suo nuovo programma su La7 che ha preso il via con "un risultato insperato. Abbiamo fatto 723 mila spettatori di media con delle punte di un milione e il 4,4% di share in una serata difficilissima con sulle altre reti Montalbano e la Champions League. La prossima sarà dedicata a l'assassinio di Giulio Cesare" dice il vicedirettore ad personam del Corriere della Sera.
    "Abbiamo un'idea distorta, sbagliata, consolatoria, auto assolutoria di Mussolini e del fascismo. Esistono ancora in Italia i fascisti, pochi ma non pochissimi e tanti, ma non tantissimi, antifascisti. E poi c'è la maggioranza degli italiani che non ha un'idea negativa del fascismo e del Duce" spiega Cazzullo che in questi giorni , dopo l'uscita di questo volume, sta ricevendo numerosi insulti.
    Autore di tanti libri, da Viva l'Italia! a La guerra dei nostri nonni a I ragazzi che volevano fare la rivoluzione, precisa di non essere "un divulgatore, ma uno che racconta delle storie".
    Quello che gli italiani che non hanno un'idea negativa del fascismo più o meno si raccontano è che "fino al 1938 Mussolini le aveva azzeccate quasi tutte. Poi, peccato, l'alleanza con Hitler, la guerra. Ma non è andata così. Mussolini prende il potere con la violenza, facendo centinaia di morti prima della Marcia su Roma. Nel '38 Mussolini ha già provocato la morte dei principali esponenti dell'opposizione: Giacomo Matteotti, Giovanni Amendola, i fratelli Carlo e Nello Rosselli, Don Giovanni Minzoni, Piero Gobetti. Nessuno di loro era comunista" spiega Cazzullo e ce lo mostra nelle oltre 300 pagine del libro che diventerà uno spettacolo teatrale. "La guerra non è un impazzimento del Duce, è lo sbocco naturale del fascismo, peccato che il Duce ne avesse parlato per 20 anni, ma non la avesse preparata. Anche mandare gli alpini della Julia, della Tridentina, della Cuneense in Russia con le piccozze e i muli nelle pianure del Don, senza neanche le calzature adatte, 80 mila morti, migliaia di congelati, fu un crimine contro il nostro stesso popolo". E a chi dice, ma allora Stalin? "Nessun problema a condannarlo. L'antifascismo e l'anticomunismo dovrebbero essere valori condivisi e non di parte" sottolinea Cazzullo.
    "Se oggi vediamo, povera Europa, idee di nazionalismo estremo, xenofobia, razzismo, non vuol dire che sta tornando il fascismo. Le cose non si ripresentano mai nella stessa forma, vuol dire però che alcune idee del fascismo non sono morte. E tocca a tutti combattere il ritorno di queste idee.
    L'antifascismo non è un valore di sinistra, non è una cosa rossa. Il nazifascismo fu sconfitto da uomini di destra come Churchill, De Gaulle" racconta il vicedirettore del Corriere della Sera. L'uscita di 'Mussolini Il Capobanda' coincide anche con il momento della campagna elettorale e delle elezioni politiche del 25 aprile. Cosa pensa accadrà? "In Italia non ci sono leader politici fascisti, ci sono dei gruppuscoli fascisti.
    Penso che la Fiamma tricolore prenderà più voti di quello che dicono i sondaggi, non è un auspicio, è una previsione, l'intuito mi dice così, ma questo non vuol dire che sta tornando il fascismo" dice all'ANSA Cazzullo che scrive tutti i suoi libri pensando ai miei figli, ai giovani, perché la storia parla di noi".
    Della sua intervista a Totti sul Corriere della sera che ha fatto discutere spiega: "Totti aveva una storia da raccontare la ha raccontata. Il Corriere un minuto dopo ha chiesto anche a Ilary se voleva farlo, ma lei ha detto no. Secondo me la parte interessante dell'intervista è quella di quando si chiude il sipario, quando la sua vita meravigliosa diventa difficile" spiega Cazzullo che ora pensa allo spettacolo teatrale da questo saggio con sul palco lui, Moni Ovadia e le musiche di Giovanna Famulari. "Avrà il titolo originario del libro: 'Il duce delinquente' che persone che si occupano di ordine pubblico in Italia mi hanno detto fosse meglio cambiare. Partiamo il 24 ottobre al Carcano di Milano" dice. (ANSA).
   

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