(ANSA) - ROMA, 26 GIU - Paolo Pintacuda col romanzo ''Jacu''
(Fazi Editore) ha vinto l'ottava edizione del Premio Letterario
Città di Lugnano, al termine della pubblica votazione della
giuria di esperti e della giuria popolare che, da parte sua, ha
indicato come prescelto ''Un nome che non è il mio'' di Nicola
Brunialti (Sperling&Kupfer), mentre per la sezione racconti
inediti, dedicati quest'anno al tema 'Imperfezione', il
vincitore è stato Laura Giorgi, scrittrice di Grosseto, con ''La
luna''.
Pintacuda, narratore e sceneggiatore per il cinema (nel 2010
ha vinto un Premio Solinas) siciliano di Bagheria, racconta di
Jacu, che dà il titolo al libro, uno dei ''quattrocentoundici
viventi di Scurovalle, da qualche parte al centro di una
montagna ancora senza nome tra Girgenti e Palermo'', difficile
da raggiungere anche a dorso di mulo e tutta di pietra, dove,
nato da una giovanissima madre già vedova il 12 dicembre 1899,
avrà un'esistenza difficile e sofferta. Secondo la credenza
popolare, essendo nato settimino e ultimo di quel secolo,
avrebbe avuto poteri taumaturgici miracolosi per qualsiasi
sventurato che si fosse a lui affidato. Da questo destino cerca
di difenderlo la madre Vittoria, che si impegna per dare al
figlio un'infanzia il più normale possibile. Nonostante quasi da
subito, casa sua si affollava di malati e bisognosi che il
piccolo individuava istintivamente e abbracciava ''mite e saldo,
finché la guarigione non era avvenuta''. Un'esistenza tra la
vita quotidiana del paese e questi incontri e avvenimenti
apparentemente miracolosi che Pintacuda racconta con una
scrittura di grande abilità e tocco lieve, dandogli una concreta
dimensione tra il mitico e il favoloso, legato a una sorta di
cultura locale fuori del tempo. Jacu è così un diverso in cui
ognuno vede quello in cui crede e di cui ha bisogno e Pintacuda
ne narra la solitudine e come questa, e tutto il gruppo di suoi
coetanei, ''ragazzi del '99'', venga raggiunta e travolta dalla
violenza della Grande guerra. Ragazzo intelligente e sensibile,
viene convinto di avere un dono e questo ne fa una sorta di
Cristo che si sacrifica nella speranza di poter salvare gli
altri anche quando la crudeltà degli uomini rende vana la buona
volontà e al fronte schiaccia tutto con violenza inaudita. La
favola paesana così si interrompe, con la realtà che arriva a
spazzare via tutto, con descrizioni atroci e crude, che la bella
scrittura di Pintacuda ci rende nette, senza compiacimento o
insistenze, sino alla conquista cruenta del monte San Gabriele
nel settembre 1917. A lui ''sembrava l'Onnipotente si fosse
scordato di tutti loro'' e, circondato, in un tentativo di
sortita per salvarsi viene colpito e al paese si farà poi il suo
funerale con la bara vuota. Quando dopo 5 anni arriva a
Scurovalle, per incontrare la madre e consegnarle la Croce al
merito per Jacu, il maggiore D'Auria, che era con lui in quelle
giornate, e trova il nome del ragazzo graffiato via dal
monumento dei caduti, come per rancore paesano, non sa che ha
intrapreso un viaggio che gli riserverà molte sorprese e
mostrerà che bisogna sempre credere in qualcosa, senza farsi
abbrutire e travolgere dall'irrazionalità crudele degli uomini.
La giuria di esperti che ha selezionato i finalisti e vota
per il vincitore è presieduta da Paolo Petroni e composta da
Daniela Carmosino, Annagrazia Martino, Giorgio Nisini, Giorgio
Patrizi, Ilaria Rossetti, Carlo Zanframundo e Maria Pia
Valadiano, vincitrice della scorsa edizione.
Una storia, in cui si rispecchiano il presente e il passato,
sempre sugli orrori della guerra, ma questa volta negli anni 40
e con al centro le vicende dei bambini ebrei salvati dal Ghetto
di Varsavia e dalla furia nazista, è quella di ''Un nome che non
è il mio'' di Brunialti, ben noto come scrittore di libri per
bambini e collaboratore a testi di Cristicchi.
Ancora la solitudine dei diversi e come su di loro si scarichi
spesso una rabbia senza ragione, cieca, è al centro del racconto
della Giorgi, che è stato pubblicato nel volume ''Imperfezione''
(Gambini editore), che raccoglie i racconti finalisti e
semifinalisti di questa edizione del Premio Lugnano, curato come
sempre da Elisabetta Putini, curatrice e presentatrice sul palco
in piazza anche del Premio stesso.
Sul palco, nella bella piazza con la stupenda Collegiata
romanica, prima della Proclamazione dei vincitori, sono stati
presentati tutti i testi e i volumi finalisti, con letture e la
musica dei Cardyophone, ad anticipare la lunga ''Notte
romantica'' di festa, che si è svolta contemporaneamente in
tutti I più bei Borghi d'Italia, di cui Lugnano fa parte.
(ANSA).
ANSA/ Il Premio Lugnano a Pintacuda con il romanzo 'Jacu'
Tra piccoli borghi e Grande guerra, tra illusioni e realtà