Cultura

Kawaguchi, prima volta in Italia del fenomeno giapponese

Al Salone del Libro, futuro dipende da come si rielabora passato

Redazione Ansa

(ANSA) - TORINO, 21 MAG - Caso e fenomeno editoriale sorprendente, il giapponese Toshikazu Kawaguchi, l'autore della trilogia partita con 'Finché il caffè è caldo', pubblicato a marzo 2020 da Garzanti e diventato un bestseller internazionale, nel suo primo viaggio in Europa è venuto in Italia ed è tra gli ospiti stranieri più attesi oggi, 22 maggio, al Salone del Libro di Torino.
    Amatissismo nel nostro Paese dove è il più venduto dopo il Giappone, con numeri da capogiro: il bilancio complessivo ad oggi in Italia dei suoi libri è di 500 mila copie vendute e 40 ristampe di Finché il caffè è caldo, ancora nei primi 20 posti della narrativa straniera e di oltre 1 milione di copie in Giappone.
    "E' stato un successo imprevedibile, più di tutti sono rimasto sorpreso io. La storia si basa su un'opera teatrale del 2010 di cui è stata fatta una versione romanzata e il fatto che mantenga un successo così grosso non me lo so spiegare. E' inventata, originale al 100%. Sia nelle opere teatrali che nel mio lavoro di scrittore guardo alle generazioni future e affronto tematiche universali. Forse questo spiega perché sia piaciuto molto sia ai giapponesi che agli italiani", dice all'ANSA Kawaguchi della sua storia ambientata in un vicolo di Tokyo dove esiste una caffetteria centenaria. Un luogo in cui viene offerto ai clienti molto più di un caffè e cioè la possibilità, nel berlo finché è caldo, di viaggiare nel tempo e rivivere un momento importante della propria vita in cui si è commesso un errore avendo la possibilità di cambiarlo.
    "Non ho mai trattato in maniera consapevole i temi spirituali.
    Posso dire che nella vita è inevitabile avere dei rimpianti e questo vale per chiunque. Mi piacerebbe che la mia vita ne fosse priva, ma questo non è possibile. Ecco questa è la tematica che io ho trattato e che forse ha permesso ai lettori di immedesimarsi con il testo. Il passato non si può cambiare, ma il modo in cui la singola persona lo accetta, come lo rielabora, da questo dipende il futuro" spiega lo scrittore che vive a Tokyo.
    Buddista, ma senza averlo studiato in maniera approfondita, Kawaguchi è un grande lettore di manga che in Italia stanno conoscendo un grande boom. "Molte di queste opere trasmettono messaggi forti. I manga più popolari in Giappone in questo momento vedono un protagonista carismatico che si trova ad affrontare delle difficoltà e le supera proprio grazie all'impegno e ad una attitudine positiva. Credo che il successo dei manga in Italia in parte si possa spiegare grazie alla presenza di tematiche universali, in cui ogni lettore e lettrice si può immedesimare al di là delle appartenenze culturali ed etnie. La tematica comune è proprio l'universalità del messaggio. In questo momento storico con tante difficoltà penso sia una tematica molto sentita da chiunque" sottolinea.
    Dopo il terzo romanzo, Kawaguchi ha avuto un momento di crisi: "per tre anni non sono riuscito più a scrivere e per superare questo momento di difficoltà ho provato a tornare alle origini.
    Così ho riletto Finchè il caffè è caldo' e mi sono reso conto che avevo ancora qualcosa da dire e ho scritto un quarto libro" ,anticipa, che uscirà in Italia nel 2023. "La struttura è molto simile, storie ambientate nella caffetteria, ma si descrive quello che succede un anno dopo il primo libro, senza rispettare la simmetria di ambientazione a distanza di sette anni che caratterizza gli altri volumi. Anzichè concentrarmi sulla storia nel quarto volume mi concentro sui personaggi del primo volume che frequentano il caffè. E' quasi una sorta di raccolta di storie brevi che riguardano i singoli personaggi e il perché frequentano questa caffetteria e le loro motivazioni" sottolinea lo scrittore che ha sempre vissuto in Giappone. "In Italia le persone mi sembrano più libere, forse contribuisce il non capire la lingua. Venire qui mi ha fatto capire quanto fossero ristretti i miei orizzonti". (ANSA).
   

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