Cultura

Leonora Carrington ispira la Biennale, torna libro cult

Il 21 aprile esce 'Il cornetto acustico' nei Tascabili Adelphi

Redazione Ansa

Leonora Carrington, la grande scrittrice e pittrice surrealista, anche se a lei non piaceva essere etichettata, morta nel 2011 a Città del Messico, dove ha vissuto quasi tutta la vita, torna alla ribalta con tutto il suo mondo fantastico. Dal suo libro di favole 'Il latte dei sogni', pubblicato da Adelphi nel 2018, prende spunto la 59/a edizione della Biennale d'Arte di Venezia (23 aprile-27 novembre), curata per la prima volta da una donna, Cecilia Alemani.
    "L'artista surrealista descrive un mondo magico nel quale la vita viene costantemente reinventata attraverso il prisma dell'immaginazione e nel quale è concesso cambiare, trasformarsi, diventare altri da sé. È un universo libero e pieno di infinite possibilità, ma è anche l'allegoria di un secolo che impone una pressione intollerabile sull'identità, forzando Carrington a vivere come un'esiliata, rinchiusa in ospedali psichiatrici, perenne oggetto di fascinazione e desiderio ma anche figura di rara forza e mistero, sempre in fuga dalle costrizioni di un'identità fissa e coerente. A chi le chiedesse quando fosse nata, Carrington rispondeva che era stata generata dall'incontro tra sua madre e una macchina, in una bizzarra comunione di umano, animale e meccanico che contraddistingue molte delle sue opere. L'esposizione Il latte dei sogni sceglie le creature fantastiche di Carrington, insieme a molte altre figure della trasformazione, come compagne di un viaggio immaginario attraverso le metamorfosi dei corpi e delle definizioni dell'umano" spiega la Alemani. E il 21 aprile torna in libreria nei Tascabili Adelphi 'Il cornetto acustico', ormai introvabile libro della Carrington, scritto nel 1974, che racchiude in cifra romanzesca tutto il suo mondo.
    Sempre nella magnifica traduzione che Ginevra Bompiani fece per la prima edizione nella Biblioteca Adelphi, è la storia della novantanovenne Marion Letharby, munita di un imponente cornetto acustico tempestato di argento e madreperla, che finisce nella Confraternita del Pozzo di Luce, gruppo iniziatico devoto al controllo di Sé, scelta dal bisnipote come un non troppo costoso ospizio per vecchi. Si entra così in un sinistro Paese delle Meraviglie abitato da vegliarde ribelli con un giardino popolato di padiglioni a forma di casine di gnomi, di funghi velenosi, di orologi a cucù e di stivali di mummia e dove aleggia su tutto il ritratto di una Badessa che strizza l'occhio con insolenza. E così la storia di una povera vecchia rinchiusa in un ospizio da parenti crudeli finisce per trasformarsi nell'ultimo capitolo di una storia grandiosa.
    Le creature fantastiche della Carrington, che accompagnano il visitatore della 59/ma Biennale d'Arte, le incontriamo anche nei brevissimi racconti de 'Il latte dei sogni', nella traduzione di Livia Signorini, dove troviamo personaggi come Baffo Baffuto divoratore di mosche e la sua filiforme consorte senza braccia. La Carrington ha scritto queste storie a partire dai suoi disegni che facevano molta paura ai suoi bambini.

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