(di Mauretta Capuano)
(ANSA) - ROMA, 14 GEN - ANTONIO MANZINI, LE OSSA PARLANO
(SELLERIO, PP 397, EURO15). Sciolti molti nodi del passato in
'Vecchie conoscenze' Rocco Schiavone deve ricominciare da zero e
non sarà facile. Il primo passo che fa è il distacco da Roma
come Antonio Manzini ci racconta nelle prime pagine
dell'undicesimo romanzo con protagonista l'amato vicequestore,
'Le ossa parlano', appena arrivato in libreria per Sellerio, ma
il cuore della storia è l'infanzia violentata, abusata e
negata. In un bosco vengono trovate delle ossa umane: sono
quelle di un bambino, Mirko, scomparso sei anni prima, che la
madre, una donna sola, non si è mai rassegnata fosse morto.
"E' un po' una spada di Damocle. C'è sempre questa situazione
terrificante della violenza ai bambini, sotterranea, di cui si
comincia a parlare anche meno perchè non fa notizia, l'orrore di
non fare notizia. Però i bambini continuano a essere violentati,
abusati. Una delle cose più terribili che l'essere umano possa
fare è negare l'infanzia ai bambini. Avevo visto una fotografia
della guerra in Siria con una bambina che piange, il padre che
l'abbraccia ma lei ha paura, ha perso l'infanzia, ha perso
tutto" dice all'ANSA Manzini che riflette anche su come i
piccoli e i ragazzi hanno vissuto questi anni di Covid. "Sono
stati sbatacchiati. Mi dispiace tanto vederli così. Non vanno
più a scuola che è l'unica esperienza sociale. Si rischia di
fare una generazione di hikikomori, di persone che stanno dentro
la stanzuccia a guardare i social e non escono più, non
dialogano più con gli altri. Ho pensato che era il caso di
parlare dell'infanzia negata, abusata. Mirko è un bambino a cui
è stata negata non solo l'infanzia ma anche la vita. Buttato sul
ciglio di una strada, è terribile" dice lo scrittore. (ANSA).
Manzini, si rischia generazione di persone che si isolano
Esce 'Le ossa parlano per 'Sellerio'