Cultura

Torna 'Vita immaginaria' di Natalia Ginzburg 50 anni dopo

Uscito nel '74 da Mondadori esce per la prima volta per Einaudi

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 27 SET - NATALIA GINZBURG, VITA IMMAGINARIA (Super Et, pp VIII-232, euro 12.00). Nuova edizione a cura di Domenico Scarpa. A quasi mezzo secolo di distanza dalla prima edizione torna in libreria 'Vita immaginaria' di Natalia Ginzburg ed esce il 28 settembre per la prima volta per Einaudi nei Super Et, a cura di Domenico Scarpa. Il libro raccoglie gli articoli pubblicati dalla Ginzburg sulla Stampa e sul Corriere della Sera, fra il '69 e il '74.
    "'Vita immaginaria', uscito per la prima volta da Mondadori nel 1974, è la terza raccolta di scritti non narrativi di Natalia Ginzburg dopo 'Le piccole virtù' (1962) e 'Mai devi domandarmi'(1970). Non è stato mai piú riproposto come opera singola. Questa prima sua comparsa con il marchio Einaudi, a quasi mezzo secolo di distanza, ha perciò il valore di una novità editoriale" sottolinea Scarpa nella presentazione.
    La stessa Ginzburg scriveva nella presentazione al libro che comparve il 30 novembre 1974 su Epoca, riportata adesso nella nuova edizione: "Ho raccolto in questo volume alcuni fra i miei articoli usciti sulla 'Stampa' e sul 'Corriere della sera' nel corso degli ultimi anni. Soltanto lo scritto 'Vita immaginaria', che sta in fondo al volume, è inedito. In verità, quando scrivevo questi articoli, mi dicevo che il giorno che avessi deciso di pubblicarli in volume, li avrei corretti ed ampliati.
    Invece non l'ho fatto, e per lo piú sono rimasti com'erano".
    Si parla della condizione delle donne negli anni del femminismo e di quella degli ebrei e dello Stato di Israele, della bellezza e dell'orrore di Roma,del la fragilità di una democrazia (la nostra) sempre sotto minaccia. E ancora, di alcuni scrittori da amare come Goffredo Parise, Antonio Delfini, Biagio Marin, Tonino Guerra, Italo Calvino, Lalla Romano, Elizabeth Smart e della Elsa Morante della Storia sopra tutti e di alcuni film, da Sussurri e grida ad Amarcord a Domenica maledetta domenica, visti con l'occhio della scrittrice. Ci sono le biografie di alcuni amici, Cesare Pavese, Felice Balbo e poi la nostra incertezza e la nostra necessità di scegliere, la memoria dell'infanzia, da decifrare, e la vita dei figli adulti, che suscita meraviglia e insicurezza. Infine, sempre presenti, quel senso di soddisfazione che ci può addormentare, le varie specie di linguaggio falso che vanno sempre piú proliferando, la libertà che si può perdere da un momento all'altro e gli orrori della storia contemporanea ai quali ci si abitua a poco a poco, senza rendersene conto, ed è su questo vertice negativo che culmina il tutto. Non per niente, infatti, Natalia Ginzburg aveva pensato, mentre andava costruendo Vita immaginaria, di scegliere un titolo completamente diverso:' Il disumano'.
    Come fa notare Cesare Garboli - al quale il libro è dedicato insieme a Lola Balbo - nel risvolto di sovracoperta della prima edizione: "la novità del saggismo della Ginzburg consiste nell'uso irritante di un'intelligenza 'diversa'". E ancora: "Donna, la Ginzburg pensa che la condizione femminile sia un punto di osservazione privilegiato". (ANSA).
   

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