Cultura

Peter Cameron, prima e dopo il mio 'Anno bisestile'

In collegamento a Pordenonelegge. Libro esce per Adelphi

Redazione Ansa

 (ANSA) - PORDENONE, 18 SET - Uscito nel 1988 a puntate 'Anno bisestile' di Peter Cameron arriva ora nella librerie italiane, nella traduzione di Giuseppina Oneto, per Adelphi. Brillante, feroce, surreale, è un libro in cui si ritrova New York sul finire degli anni Ottanta con la SoHo delle gallerie e delle palestre esclusive e dove accadono omicidi improbabili e rapimenti equivoci. Ma che effetto fa allo scrittore di 'Un giorno questo dolore ti sarà utile' e di 'Cose che succedono di notte' il ritorno di Anno bisestile? "Il libro è stato lasciato così com'era. I miei personaggi sono reali, non sono delle esagerazioni. Le nostre vite sono tremendamente complicate, veramente sfidanti. E' difficile mettere insieme tutto, avere delle relazioni, una famiglia, un lavoro, una carriera, soprattutto per le donne. E credo che il libro rifletta esattamente questo, la realtà nella sua complessità" dice Cameron in collegamento, che è tra i più attesi protagonisti del giorno di chiusura di Pordenonelegge, il 19 settembre sempre in streaming.
    "Nessuno vuole leggere storie di persone felici e soddisfatte della loro vita, che hanno esistenze che non presentano alcun problema. E' sempre interessante leggere di personaggi che hanno una vita movimentata, difficile, piena di problemi perchè questo porta dinamicità" afferma lo scrittore.
    Ma cosa è cambiato in questi trent'anni. Aveva delle aspettative che sono rimaste deluse? "Non posso dire di avere delle aspettative che sono rimaste deluse perchè non ne avevo più di tanto. Quando sono venuto a New York negli anni '80 avevo un sogno che era quello di poter vivere qui e di avere una carriera come scrittore di successo. E adesso pensando che tutto questo si è realizzato devo dire che sono molto grato alla vita e anche un po' sorpreso". E aggiunge: "la cosa interessante è che in questi 30 anni alcune cose sono cambiate tantissimo e altre per niente. Personaggi omosessuali che troviamo in questo libro non avrebbero mai pensato di potersi sposare, di poter avere un'unione civile e questo è accaduto, almeno in Usa.
    Se pensiamo al personaggio femminile del libro, che faceva così tanta fatica a mettere insieme tutto: lavorare, avere una famiglia, dei rapporti, mi sembra non sia cambiato più di tanto né per le donne, né per gli uomini. Per lo meno in Usa, non ci sono stati passi avanti per l'assistenza e cura all'infanzia che porterebbero a un cambiamento nell'organizzazione della vita sia per gli uomini che per le donne. Rimane una grossa sfida".
    Ma com'è la situazione rispetto alle questioni di genere e superamento degli stereotipi? "Se guardiamo ai giovani di adesso hanno proprio un modo diverso di porsi nei confronti del genere, dell'identità sessuale. Io sono prozio e il mio pronipote è tornato a casa da scuola è ha detto ai genitori di sentirsi sia maschio che femmina. Trovo sia una cosa fantastica perché è un modo completamente nuovo per i ragazzi di porsi nei confronti degli altri".
    E ha mai pensato a una ripresa dei personaggi di questa storia? "Mi ero detto, magari ci ritorno su queste storie ma non lo ho fatto perché quando scrivo ci penso tanto ai miei personaggi, li sento molto miei. Poi quando finisco e la storia è conclusa non fanno più parte di me. Non sono più nella mia mente, nella mia immaginazione e per questo sarebbe difficile immaginare un sequel. Sarebbe come cercare di riportare in vita qualcosa che in realtà non esiste più".
    Sono state fatte, o sono in corso di realizzazione, fiction tv o trasposizioni cinematografiche da Anno bisestile? "Non appena uscì il libro ci fu un'opzione per trasformarlo in un film con una produzione hollywoodiana e la cosa non è mai successa. Dopo vent'anni di nuovo è stata fatta una proposta ma per una serie tv. Se nel primo caso l'interesse era presentare la New York di quel momento, dopo vent'anni si voleva darne una versione un po' nostalgica. Ma anche in questo caso non se ne è fatto più nulla".
    New York stessa è un personaggio del libro. Nel libro c'è un'energia, un ritmo, un tono che sono quelli tipici dell'atmosfera newyorchese. E la New York che ha vissuto la pandemia entrerà in un nuovo libro? "E' molto triste quello che è successo e lo sento in modo profondo pensando a quanto meravigliosa fosse New York prima e a quanto sia cambiata perchè a un certo punto si è fermato tutto.
    Senza la sua vita culturale, i teatri, l'opera, la danza e senza la sua vita sociale , i ristoranti, la comunità che si ritrova, New York perde la sua energia e bellezza, diventa un luogo deprimente e pieno di solitudine. Ho molte preoccupazioni perchè non so se riuscirà a tornare come prima o se questo cambiamento sarà permanente. Sarebbe un colpo durissimo per New York. Sto lavorando alla revisione delle note biografiche di James Ivory.
    Quindi non sto scrivendo in questo momento" annuncia lo scrittore. (ANSA).
   

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