(di Mauretta Capuano)
(ANSA) - PORDENONE, 17 SET - "Siamo già fuori dalla pandemia.
Ci siamo svegliati in un nuovo giorno in cui conviviamo con un
nuovo virus e di conseguenza ogni tanto dovremmo usare le
mascherine nei luoghi chiusi, dovremmo usare i green pass ancora
per un po', ma abbiamo avuto un' estate normale, siamo qui a
chiacchierare tranquillamente". Lo dice all'ANSA l'immunologa
Antonella Viola a Pordenonelegge il 17 settembre con il libro
per ragazzi 'Virus game. Dall'attacco alla difesa: come si
protegge il corpo umano' (Mondadori) scritto con Federico Taddia
e con 'Danzare nella tempesta' (Feltrinelli), entrambi dedicati
a come funziona il sistema immunitario.
"Dobbiamo adattarci a una nuova convivenza, ma non
continuiamo a pensare che siamo ancora in emergenza, perché
altrimenti la vera emergenza diventerà l'ansia da pandemia nelle
persone" è l'invito della Viola che crede e ha sempre fatto
divulgazione scientifica. E degli scienziati diventati
improvvisamente star per l'emergenza coronavirus, cosa pensa?
"Credo sia stato importante esserci perché siamo stati i
narratori di quello che stava accadendo. Non credo che saremmo
arrivati alla stessa percentuale di vaccinazione se non fossimo
stati ogni giorno a dire che i vaccini sono sicuri, non
modificano il Dna e così via. Centinaia di persone mi scrivono
'mi sono vaccinata perché lo ha detto lei'. La scienza, da
sempre, è stata assente dai televisori, dai giornali, dalla
comunicazione e questo lo abbiamo pagato caro perché ci siamo
trovati completamente impreparati quando è scoppiata la
pandemia: non avevamo un piano pandemico, le mascherine" spiega
l'immunologa e professoressa di Patologia generale
all'Università di Padova. "Ho vissuto questa mia chiamata al
pubblico, alla comunicazione, come una missione non solo per il
Covid, per raccontare cosa stava accadendo, ma per dare voce
alla scienza. Abbiamo visto tutti che la nostra società se non
ha, non dico una guida, perché non ci credo, ma il contributo
della scienza alla politica, alle decisioni importanti, si
ritrova poi, quando arriva l'emergenza, completamente
impreparata. Ed è questo il motivo per cui continuo ad andare in
televisione anche adesso. Abbiamo avuto l'occasione di essere
presenti nel dibattito pubblico e non possiamo perderlo"
afferma.
Ma perché finora c'è stata questa esclusione? "Lo scienziato
viene visto un po' come un tecnico, come qualcosa di strambo, di
isolato. E poi non c'è cultura scientifica nel nostro Paese. Si
è sempre spinto verso la cultura letteraria artistica, ma mai
verso quella scientifica. E' stata sempre poco interessante per
l'audience. Poi lo scienziato è uno che annuncia catastrofi e la
politica non è interessata ai problemi a lungo termine, ma solo
all'immediato, mentre la scienza si occupa del lungo termine,
questa è la vera differenza, allora è meglio non ascoltarci".
Tra gli scienziati ci sono state posizioni diverse sul
coronavirus. Non crede abbiano creato un po' di confusione? "Ci
sono state nella prima fase della pandemia posizioni diverse
perché non si conosceva esattamente quello che stava accadendo.
La scienza è dubbio, a maggior ragione nei confronti di una cosa
completamente nuova. C'era chi diceva 'è una banale influenza',
chi 'è una cosa molto seria'. E' stata una fase di confusione
dovuta al fatto che alcuni colleghi hanno sbagliato. A qualcuno
è stato dato troppo spazio. Il problema è che è stata
spettacolarizzata la pandemia" dice la Viola che non risparmia
accuse anche al giornalismo. "Nella seconda fase le cose sono
cambiate. Oggi siamo tutti allineati. Le differenze sono
sottilissime. Sono differenze di stile, di personalità non di
contenuto scientifico" aggiunge.
Rendere consapevoli i cittadini è per la Viola il primo passo
e il più importante da fare. Per questo ha scritto 'Virus game'
e 'Danzare nella tempesta'. "Attraverso la comprensione del
sistema immunitario spero che i ragazzi possano avvicinarsi alla
vaccinazione in maniera serena. Il libro è costruito come un
videogioco e il sistema immunitario si presta bene a questa
narrazione tipo gioco. Con Taddia abbiamo pensato di inserire un
test tra un livello e l'altro proprio come nei videogiochi.
'Danzare nella tempesta' è più complesso, per un pubblico
adulto, con una narrazione diversa, un po' personale, legata al
mio approccio, alla mia storia come scienziata. A tutto tondo
tocca i grandi temi attuali della ricerca biomedica". (ANSA).
Antonella Viola, siamo fuori dalla pandemia
A pordenonelegge con 'Virus game' e 'Danzare nella tempesta'