Cultura

Addio a Robert Hollander, decano dantisti in Usa

Amico di Benigni e pioniere delle digital humanities

Redazione Ansa

(di Alessandra Baldini) (ANSA) - NEW YORK, 15 GIU - Nel settimo centenario della morte di Dante, il mondo della letteratura dice addio a Richard Hollander, il decano dei dantisti americani che condusse i lettori del suo paese nei gironi dell'"Inferno".
    Hollander, che aveva 87 anni e con la moglie Joan, una poetessa, firmo' una delle piu' accreditate traduzioni della Divina Commedia in inglese, e' morto nella casa del figlio alle isole Hawaii. Professore a Princeton per 42 anni, Hollander ha pubblicato una quarantina di opere su Dante e su Boccaccio. Premiato nel 2008 con il Fiorino d'Oro dalla citta' di Firenze, e' stato anche un pioniere delle digital humanities: negli anni Ottanta, quando pochi studiosi avevano mai applicato le nuove tecnologie allo studio della letteratura, comincio' a digitalizzare i commentari del poema dantesco grazie a fondi ottenuti da Apple e AT and T. Per inserire i testi nel suo "Dartmouth Dante Project" gli studenti usarono scanner delle dimensioni di frigoriferi: oggi, 33 anni dopo l'uscita della prima versione,il progetto "rappresenta lo strumento fondamentale" per gli studi su Dante, ha detto al "New York Times" Jeffrey Schnapp, studioso di letteratura italiana medievale e il fondatore del metaLab per le digital humanities di Harvard.
    Hollander aveva cominciato a interessarsi a Dante dopo essersi accorto, da giovane professore a Princeton, dei problemi di quel dipartimento di italiano: "In uno di quei suoi tipici atti di volonta', si impegno' a imparare la lingua diventando il dantista che mancava nei nostri ranghi", ha detto al sito dell'ateneo Albert Sonnenfeld, un ex allievo e professore emerito di francese. Il corso di Hollander su Dante a Princeton, soprannominato con affetto "la chimica organica delle humanities", ha sempre avuto un vasto seguito e una targa nell'aula 111 della East Pyne Hall ricorda "le generazioni di studenti ispirati dal suo insegnamento". A tradurre la Divina Commedia Hollander era arrivato su ispirazione della moglie Joan: nel 1997 lei aveva sbirciato oltre la spalla del marito che studiava su una traduzione del poema del 1939. Era terribile, e lui le chiese: "Puoi fare meglio?". Le versioni prodotte dalla coppia furono pubblicate tra 2000 e 2007 tra gli applausi della critica.
    Hollander era spesso in Italia e per anni era rimasto in contatto con Roberto Benigni: "E' un accademico per natura - aveva detto al New York Times il professore in occasione della presentazione della tournee TuttoDante dell'attore, regista e sceneggiatore di "La Vita e' Bella" nel 2009 - a volte mi telefona solo per il piacere di discutere la possibile interpretazione di un brano della Divina Commedia". Fu poi proprio Benigni a tenere a battesimo a Palazzo Vecchio "La Commedia di Dante Alighieri": il primo commento di uno studioso americano a uscire in Italia e in italiano per i 150 anni dell'Unita' d'Italia. (ANSA).
   

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