Cultura

Il Parlamento che ricordò i dittatori

Arriva raccolta comemorazioni in Aula, da Stalin a Mao

Redazione Ansa

(di Francesco Bongarrà) (ANSA) - ROMA, 21 GEN - "L'INCONGRUA MEMORIA. COMMEMORAZIONE DI DITTATORI IN PARLAMENTO", A CURA DI LANFRANCO PALAZZOLO, (NUOVA PALOMAR, PP. 247, € 17,50).
    Mentre nelle librerie pullulano i saggi che celebrano il centenario della nascita del Partito comunista italiano, arriva sul mercato un piccolo saggio che raccoglie le commemorazioni del Parlamento italiano dei peggiori dittatori della storia italiana. Il libro si intitola "L'incongrua memoria.
    Commemorazioni di dittatori in Parlamento", ed è a cura del corrispondente parlamentare di Radio Radicale Lanfranco Palazzolo.
    La raccolta di Palazzolo inaugura la collana Question time diretta da Pino Pisicchio, e riporta alla luce le commemorazioni dei dittatori svolte al Senato e alla Camera negli anni peggiori della "guerra fredda", quando, nemmeno nella DC, nessuno ha nulla da obiettare all'omaggio fatto nei confronti di regimi sanguinari come quello di Stalin, celebrato alla Camera e al Senato nel 1953 mentre giunge a termine la battaglia parlamentare sulla Legge truffa.
    Nell'introduzione, Palazzolo rileva che per il Concordato del 1929, riconosciuto con l'articolo 7 della Costituzione, e anche per le leggi razziali o le foibe, la nascente democrazia italiana non ha mai dedicato il minimo spazio di confronto politico, mentre Stalin, definito da Pertini come personaggio di "immensa statura", si è arrivati al record di sospendere i lavori parlamentari per un'ora in segno di lutto. Onore che è stato negato a Giuseppe Mazzini all'indomani della sua scomparsa, nel marzo del 1872, alla Camera dei deputati del Regno; a Vittorio Emanuele III nel gennaio del 1948, poche settimane dopo la sua scomparsa. E che dire dei pochi minuti dedicati a Gandhi, dal critico letterario socialdemocratico Walter Binni, di fronte ad un'Assemblea Costituente silente. In compenso a Mao Tse-Tung è stata concessa una grande commemorazione il 28 settembre 1976 alla Camera e al Senato, per giunta tre settimane dopo la morte.
    E la Presidente della Camera Nilde Jotti ha svolto la commemorazione di Breznev mentre i deputati del Partito Radicale e del Movimento sociale abbandonavano l'aula dichiarando apertamente di contestare il ricordo del dittatore che aveva represso ogni speranza di apertura democratica nel suo paese e tra gli stati del Patto di Varsavia, come la Polonia di quegli anni. In molte di queste commemorazioni risuona la voce di Sandro Pertini che alla morte di Stalin, nel marzo del 1953, sente "l'angoscia del momento"; da Presidente della Repubblica invia un telegramma a Belgrado in cui parla di "grande perdita" dopo la morte di Tito, ma che vuole svolgere in fretta la commemorazione di "Carlo" De Gaulle, cosi lo chiama, spiegando in aula che il De Gaulle che preferisce è quello della Resistenza. Una pagina che molti vorrebbero dimenticare, ma che oggi torna alla luce nell'ora della celebrazione del Pci.
    (ANSA).
   

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