Cultura

"Freelance digitali", per una nuova normalità

Il volume di Barbara Reverberi una guida per ripensare il lavoro

Redazione Ansa

(ANSA) - MILANO, 23 OTT - Un mondo del lavoro che cambia crea un "prima" e un "dopo". Per chi aveva un lavoro e non lo ha più, lo sta cercando, o ha realizzato che i paradigmi sono mutati e anche l'attività che svolgeva e garantiva una remunerazione va ripensata. In questo tempo di ridefinizioni, revisioni, ri-organizzazioni, esce "Freelance digitali" (Maggioli editore, 250 pagine, 22 euro) il volume curato da Barbara Reverberi e inserito nella nuovissima "Digital generation", la collana scritta da professionisti italiani del settore, coordinata da Gaetano Romeo.
    L'autrice, giornalista e freelance dal 2012, con i contributi di colleghi ed esperti del digitale, guida, passo dopo passo, chi vuole fare la scelta di diventare freelance e non sa da dove iniziare: aprire la partita Iva, ritagliarsi un ambito operativo specifico coltivando competenze e conoscenze con un aggiornamento continuo, fare personal branding sui social networks, puntare sul Valore della professionalità nell'offrire servizi a nuovi potenziali clienti. Con una consapevolezza, che è diventato l'hashtag che caratterizza il Freelance Network Italia, di cui è fondatrice: #Insiemeèmeglio.
    "Ogni sfida - dice Barbara Reverberi - è un'opportunità per il freelance: imprenditore di sé stesso, in equilibrio tra libertà e reperibilità, in perenne ricerca della migliore organizzazione di sé, deve avere consapevolezza della sua 'nuova normalità' che richiede preparazione, grande determinazione e una strategia che abbia tra i suoi pilastri anche la flessibilità".
    Secondo i dati Excelsior-Anpal la Digital Transformation produrrà circa 267mila nuovi occupati nel 2020. Chi vuole trovare lavoro o migliorare la propria posizione, deve quindi guardare attentamente alla rivoluzione digitale. Chi sono, allora, i freelance digitali? Non solo giornalisti collaboratori, fotografi, fotoreporter, addetti stampa e chi svolge attività di pubbliche relazioni, ma anche tutti coloro che svolgono professioni legate al Web (photo editor, illustratori, grafici, copywriter, videomaker) fino ad arrivare a fundraiser, avvocati, designer, formatori, architetti, artisti, geometri, psicoterapeuti e commercialisti. Tutte quelle figure professionali che devono reinventarsi e vivere la rivoluzione digitale, come un'occasione per fare un salto.
    (ANSA).
   

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