Cultura

Verso una Carta europea per la libertà di informazione

Percorso partito da Perugia con assemblea cronisti minacciati

Redazione Ansa

(ANSA) - PERUGIA, 09 OTT - Verso una 'Carta europea per la libertà d'informazione' partendo da quella di Assisi 'Parole non pietre' firmata lo scorso anno dai giornalisti italiani: da Perugia ha preso il via il percorso, con la prima assemblea internazionale dei cronisti sotto tiro, minacciati dalla "macchina organizzata contro chi osa raccontare la verità".
    La prima e unica carta internazionale "del diritto di cronaca e della libertà di essere informati e che condanna il linguaggio dell'odio" come ha ricordato Giuseppe Giulietti, presidente della Federazione nazionale stampa italiana (Fnsi) e fondatore di Articolo21, associazione che ha organizzato l'assemblea alla sala dei Notari di Palazzo dei Priori, in collaborazione con l'Odg e Asu Umbria, la Fnsi, Usigrai, comunità francescana e il Comitato promotore della PerugiAssisi.
    L'iniziativa infatti si colloca all'interno della due giorni di meeting 'Time for peace - Time for care' che si svolge oggi e domani nel capoluogo umbro e che anticipa la Marcia della pace, trasformata quest'anno per motivi di sicurezza in Catena umana, di domenica.
    Molti i cronisti arrivati a Perugia da tutta Italia, Europa, e non solo, per parlare di pace, della carta che invita "a non scagliare parole come fossero pietre" e per riflettere sulle minacce ai cronisti che "illuminano le coscienze", come ha ricordato Giulietti, che svelano la corruzione e oggi anche le bufale della rete e le fake news.
    "Oggi siamo qui - ha detto a margine dell'iniziativa Paolo Borrometi - per ricordare, così come ci insegna l'articolo 21 della Costituzione, che vi è non solo un diritto e dovere del giornalista ad informare, ma soprattutto un diritto del cittadino ad essere informato e secondo i crismi della veridicità ma anche del significato del senso delle parole. È importate anche rivolgere all'Europa un monito, ovvero che bisogna stare attenti, non perdere di vista l'importanza del giornalismo e non piangere quando colleghi come Daphne Galizia purtroppo non ci sono più, ma aiutarli in vita affinché i colleghi non si sentano soli e non vengano lasciati soli".
    (ANSA).
   

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